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Lombardia

Lombardia

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Nota disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Lombardia (disambigua).
Lombardia
regione a statuto ordinario
(IT) Regione Lombardia
Lombardia – Stemma Lombardia – Bandiera
(dettagli) (dettagli)
Lombardia – Veduta

I grattacieli di Porta Nuova a Milano. Sulla destra del gruppo centrale si scorge il Palazzo Pirelli, sede del consiglio regionale.

Localizzazione
Stato Italia Italia
Amministrazione
Capoluogo Milano Milano
Presidente Attilio Fontana (Lega) dal 26-3-2018
Data di istituzione 16 maggio 1970[1]
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°35′08″N 9°55′49″ECoordinate45°35′08″N 9°55′49″E (Mappa)
Altitudine 279 (minima: 0 – massima: 4 020) m s.l.m.
Superficie 23 863,65 km²
Abitanti 10 103 969[2] (31-12-2019)
Densità 423,4 ab./km²
Province 12
Comuni 1506[3]
Regioni confinanti Piemonte
Emilia-Romagna
Trentino-Alto Adige
Veneto
Grigioni (Svizzera Svizzera)
Ticino (Svizzera Svizzera)
Altre informazioni
Lingue italianolombardoemiliano
Fuso orario UTC+1
ISO 3166-2 IT-25
Codice ISTAT 03
Nome abitanti lombardi
Patrono sant’Ambrogio[4]
Giorno festivo 29 maggio (anniversario della battaglia di Legnano)
PIL (nominale) 380 955 mln [5]
PIL procapite (nominale) 38 000 [5](2017)
(PPA) 38 500 [5](2017)
Rappresentanza parlamentare 101 deputati
49 senatori
Cartografia
Lombardia – Localizzazione
Lombardia – Mappa

Province della Lombardia

Sito istituzionale

La Lombardia (AFI/lombar’dia/ in italiano/lombar’dia//lumbar’dia/ o /lumbar’dea/ in lombardo) è una regione italiana a statuto ordinario[6] dell’Italia nord-occidentale, prefigurata nel 1948 e istituita nel 1970. Gli abitanti sono 10 103 969[2] e il territorio è suddiviso in 1 506 comuni (regione con il maggior numero di comuni su tutto il territorio nazionale), distribuiti in dodici enti di area vasta (undici province più la città metropolitana di Milano). La regione si posiziona prima in Italia per popolazione e numero di enti locali, mentre è quarta per superficie[7], dopo SiciliaPiemonte e Sardegna. Ha il suo capoluogo nella città di Milano e confina a nord con la Svizzera (Canton Ticino e Canton Grigioni), a ovest con il Piemonte, a est con il Veneto e il Trentino-Alto Adige e a sud con l’Emilia-Romagna.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Simboli della Lombardia.

Il gonfalone della regione

Una delle rose camune raffigurate nelle incisioni rupestri della Val Camonica, in provincia di Brescia.

I simboli della Lombardia sono, ai sensi dello statuto d’autonomia della regione, la bandiera, lo stemma, il gonfalone e la festa del 29 maggio[8].

Lo stemma ufficiale della Lombardia è costituito da una rosa camuna, antico simbolo solare comune ad alcuni popoli protoceltici, presente in 94 delle circa 140.000 incisioni rupestri della Val Camonica, in provincia di Brescia. Queste incisioni sono state realizzate dal Mesolitico (VIIIVI millennio a.C. circa) all’Età del ferro (I millennio a.C.) da diversi antichi popoli, tra cui i Camuni[9]. Le incisioni realizzate da questi ultimi, tra cui figura l’omonima rosa, sono state eseguite durante l’Età del ferro[9].

La rosa camuna sullo stemma della regione è in argento, a simboleggiare la luce. Sullo sfondo, il colore verde rappresenta la Pianura Padana. Adottato ufficialmente insieme con il gonfalone con la legge regionale n. 85 del 12 giugno 1975[10], lo stemma è stato introdotto su proposta dell’allora assessore alla cultura Sandro Fontana[11] ed è stato disegnato nello stesso anno da Pino TovagliaBob NoordaRoberto Sambonet e Bruno Munari[12][13]

Il gonfalone è costituito da una riproduzione del Carroccio, grande carro a quattro ruote recante le insegne cittadine attorno al quale si raccoglievano e combattevano le milizie dei comuni medievali dell’Italia settentrionale, di cui rappresentava l’autonomia[14], e dallo stemma della regione[13]. Le dimensioni della gonfalone della Lombardia sono di 3×2 m e i nastri e la cravatta sono nei colori nazionali[13].

La Regione Lombardia dal 29 gennaio 2019[15][16] ha adottato lo stemma con la rosa camuna quale bandiera ufficiale, attestando in tal modo la prassi invalsa negli uffici pubblici e nelle manifestazioni[10].

La festa regionale della Lombardia, che è stata istituita con la legge regionale n. 15 del 26 novembre 2013[10], si celebra il 29 maggio in ricordo della vittoria della Lega Lombarda sulle truppe imperiali di Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano, scontro armato avvenuto il 29 maggio del 1176 nei dintorni della città omonima con cui venne posta la fine al disegno egemonico dell’imperatore germanico sui comuni medievali del Nord Italia[17]. Dopo la decisiva sconfitta di Legnano, l’imperatore accettò un armistizio di sei anni (la cosiddetta “tregua di Venezia“), fino alla pace di Costanza, in seguito alla quale i comuni medievali dell’Italia settentrionale accettarono di restare fedeli all’Impero in cambio della piena giurisdizione locale sui loro territori[18].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Evidenziata in azzurro la massima estensione del Regno longobardo (Regnum Langobardorum in latino) dopo le conquiste di Astolfo (751). In arancione i territori controllati dall’Impero bizantino.

Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile
«Per la partecipazione all’evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l’impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell’emergenza.[19]»
— D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi dell’art. 5, comma 5, del D. P. C. M. 19 dicembre 2008

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo deriva dalla parola Longobardia (latLangobardia), utilizzata nell’Esarcato d’Italia per indicare l’area italiana che si trovava sotto il dominio della popolazione di origine germanica dei Longobardi, ovvero la Langobardia Maior (it. Longobardia Maggiore), che comprendeva i ducati longobardi dell’Italia settentrionale e quello di Tuscia, e la Langobardia Minor (italiano Longobardia Minore), che includeva i due ducati longobardi dell’Italia centromeridionale, ovvero quello di Spoleto e quello di Benevento[20]. La restante parte della penisola italiana, che era invece sotto il dominio dell’Impero bizantino, era chiamata Romania, termine utilizzato anche per definire genericamente questo impero: l’uso del termine “bizantino” è infatti relativamente recente[20].

Durante l’epoca carolingia il termine Longobardia venne invece usato per chiamare la marca del Sacro Romano Impero fondato da Carlo Magno che aveva come capoluogo Milano e che aveva confini che erano molto più estesi della moderna Lombardia[20]. Anche nei secoli successivi il termine “Lombardia” continuò a definire un vasto territorio, area che corrispondeva all’intera Italia settentrionale[20].

Il nome “Lombardia”, che si ritrova nel saggio del 1553 Descrittione di tutta Italia di F. Leandro Alberti con la suddivisione in “Lombardia di qua dal Po” e “Lombardia di la dal Po”[21], quindi ancora con un significato che andava oltre agli attuali confini della regione, venne riportato all’uso moderno dopo la Guerra di successione spagnola quando l’Impero austriaco, impossessatasi di questa regione nel 1717, cominciò a indicarla come Lombardia austriaca: quindi, da questo punto in poi, con il termine “Lombardia” si iniziò a definire un territorio più limitato, corrispondente all’incirca alla moderna regione italiana[22][23].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Lombardia.

Generalità[modifica | modifica wikitesto]

Panorama della Valtellina dall’Alpe Piazzola nel comune di Castello dell’Acqua.

La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 41%). Il restante 12% della regione è collinare.[24]

Sotto l’aspetto morfologico la regione viene divisa in quattro aree: una strettamente alpina, una montuosa o collinare, una pianeggiante (o poco mossa) suddivisa in Alta e Bassa pianura e infine la zona a sud del fiume Po. La regione è attraversata da decine di fiumi (tra cui il Po, fiume più grande d’Italia) ed è bagnata da centinaia di laghi di origine naturale e artificiale.

Raggiunge il punto più elevato con la Punta Perrucchetti (4.020 m), appartenente al massiccio del Bernina.

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

Lombardia nord-occidentale vista dal satellite. Partendo da sinistra si vedono: il Verbano, il Lago di Varese, il Lago di Monate, il Lago di Comabbio, il Ceresio, il Lario, il lago di Montorfano, il Lago di Alserio, il Lago di Pusiano, il Lago di Annone, il Lago di Garlate e il Sebino in basso a destra. In basso a sinistra si nota l’area metropolitana di Milano.

In termini geografici, la Lombardia non si può considerare un territorio unitario, nel senso di territorio delimitato da precise conformazioni fisiche, sia per la varietà di paesaggi che l’attraversano senza racchiuderla, sia perché i confini amministrativi, molto spesso, sono il frutto di complesse vicende storiche. Tuttavia è possibile delineare a grandi linee il suo territorio amministrativo attraverso rilievi, laghi e fiumi.

A delimitare la Lombardia a nord si può utilizzare lo spartiacque alpino tra la Valtellina e le valli del Reno e dell’Inn anche se, a volte, questo confine oltrepassa il versante valtellinese. A est sono il lago di Garda e il fiume Mincio a separare la Lombardia dalle altre regioni italiane; così come a sud il Po (eccezion fatta per l’Oltrepò pavese e l’Oltrepò mantovano che si estendono più a sud), e a ovest il Lago Maggiore e il Ticino (con l’eccezione della Lomellina che sconfina verso il Piemonte) possono servire per distinguere la Lombardia dalle altre regioni. Questi confini racchiudono un territorio di circa 23.861 km²,[25] rendendola la quarta regione italiana per estensione superficiale.

Attraversando la regione, da nord verso sud, s’incontrano lungo il cammino per primi i rilievi delle Alpi e poi, poco più a sud, le Prealpi seguite da dolci colline che smussano il passaggio dalla montagna alla Pianura Padana. Proprio lungo la fascia prealpina si trovano alcuni dei più grandi laghi d’Italia (come il lago di Garda, il Lago Maggiore e il lago di Como), mentre numerosi fiumi (come il Po, l’Adda, l’Oglio, il Mincio e il Ticino) e torrenti solcano le montagne, formando profonde valli, attraversano la pianura rendendola rigogliosa di vegetazione. In una piccola area a sud dell’Oltrepò pavese nella zona della val Trebbia, si ergono colline e montagne dell’Appennino ligure; qui il fiume Trebbia, per una piccola porzione, segna il confine più meridionale della regione.

La Lombardia per zone altimetriche.

I nomi delle Alpi della Lombardia derivano tutti dalle popolazioni che, al tempo degli antichi Romani, vivevano tra queste montagne. Le Alpi Lepontine prendono il nome dalla popolazione ligure dei Leponzi stanziata in questa zona e poi sottomessa dall’imperatore romano Augusto. Le Alpi Retiche dai Reti, popolazione di origine etrusca rifugiatasi nelle Alpi Centrali durante l’invasione celtica. Le Alpi Orobie dalla popolazione di origine ligure, o forse celtica, degli Orobi.[26]

Le catene montuose corrispondono al 40,5% del territorio regionale[27] e sono costituite dalle Alpi, dalle Prealpi e dagli Appennini. Appartengono alle Alpi lombarde una piccola porzione delle Alpi Lepontine e gran parte delle Alpi Retiche. Sul territorio montano della Lombardia spiccano quattro massicci orografici di rilievo: il BadileDisgrazia, il Bernina, l’Ortles-Cevedale e l’Adamello. I primi tre sorgono sullo spartiacque tra i bacini del Reno e dell’Inn a nord e dell’Adda e dell’Oglio a sud e solo in parte si ergono sul territorio nazionale. L’Adamello, invece, sorge tra i bacini dell’Adda e dell’Adige e si trova completamente in territorio italiano. Le Alpi lombarde raggiungono la massima quota alla Punta Perrucchetti (4020 m), nel massiccio del Bernina[N 1]; altra vetta importante è il Monte Cevedale, del massiccio dell’Ortles-Cevedale, che arriva a 3764 m. Il massiccio dell’Ortles-Cevedale ospita il ghiacciaio dei Forni che ha un’estensione di circa 12 km² ed è il più grande ghiacciaio vallivo d’Italia. A sud della Valtellina si stagliano le Alpi Orobie delimitate a est dalla Valcamonica e a ovest dal bacino del lago di Como.

Confinate a ovest dal Lago Maggiore e a est dal Lago di Garda si trovano le Prealpi lombarde le cui vette superano di poco i 2500 m di quota. Le Prealpi sono in prevalenza costituite da sedimenti calcarei e sono geologicamente più giovani delle Alpi. La loro origine sedimentaria ha permesso la formazione di solchi profondi nelle montagne, principalmente per opera dei ghiacciai, che hanno portato alla formazione di strette e profonde valli solcate da fiumi e occupate in parte dai laghi prealpini, sbarrati verso la pianura da rilievi morenici. I rilievi morenici a sud delle prealpi, assieme alle prime sporgenze orografiche, formano quella fascia collinare (12,4% del territorio) che collega le prealpi alla pianura e che contiene numerosi laghi piccoli e poco profondi.

La pianura lombarda occupa il 47,1% della superficie totale della regione ed è parte della Pianura Padana che si estende dal Piemonte alla Romagna, dalle Alpi agli Appennini. La pianura lombarda può essere suddivisa geologicamente in due parti: l’alta e la bassa. L’alta pianura è caratterizzata da materiali grossolani, molto permeabili, di origine alluvionale e presenta grossi solchi originati dai fiumi che scendono dalle montagne. La bassa pianura invece è formata da materiale argilloso, poco permeabile e declina dolcemente verso il Po. Il passaggio dall’alta alla bassa pianura lombarda è segnalato dalla presenza di riaffioramenti naturali d’acqua detti “risorgive” o “fontanili”, causati dall’incontro della falda freatica proveniente dall’alta pianura con i terreni impermeabile della bassa. Questa linea ha un andamento parallelo a quello prealpino e passa per le città di MagentaMonzaTreviglioTrenzanoChiari e Goito.

Passi alpini[modifica | modifica wikitesto]

Arrows-folder-categorize.svg Le singole voci sono elencate nella Categoria:Valichi della Lombardia

Il versante settentrionale del passo dello Spluga

Le vallate alpine lombarde sono più ampie e larghe rispetto a quelle che si trovano, sempre sull’arco alpino, in Piemonte e in Valle d’Aosta[28]. La maggior parte di esse sono attraversate da torrenti che scendono verso la Pianura Padana formando fiumi che poi si immettono alla sinistra idrografica nel Po[28]. Grazie all’ampiezza delle loro valli i passi alpini lombardi, sebbene si trovino a un’altitudine elevata, sono facilmente accessibili[28].

I passi internazionali più importanti che si trovano sulle Alpi lombarde e che mettono in comunicazione la regione con la Svizzera sono il passo dello Spluga (2.118 m), il passo del Maloja (1.815 m) e il passo del Bernina (2.323 m), con quest’ultimi due che sono situati in territorio elvetico[28]. I passi nazionali più importanti sono invece il passo dello Stelvio (2.759 m) e il passo del Tonale (1.883 m), che mettono in comunicazione la Lombardia con il Trentino-Alto Adige[28]. Questi passi alpini rivestono una grande rilevanza anche da un punto di vista storico, visto che da sempre permettono una facile comunicazione tra la Lombardia e i suoi territori confinanti[28]. Da essa sono poi conseguiti costanti traffici commerciali, che hanno contribuito allo sviluppo della regione[28].

Valichi alpini di frontiera[modifica | modifica wikitesto]

Varese – Ticino Ticino[modifica | modifica wikitesto]

Nome del valico Comune italiano Comune svizzero Infrastruttura
Valico Indemini Veddasca (Biegno) Gambarogno (Indemini) Strada Provinciale 5 Italia.svg – Dogana
Valico Cassinone Luino (Longhirolo) Monteggio (Cassinone) Via delle Motte – Via Dogana
Valico Fornasette Luino (Fornasette) Monteggio (Fornasette) Strada Provinciale 6 Italia.svg – Via Cantonale
Valico di Cremenaga Cremenaga Monteggio (Ponte Cremenaga) Strada Provinciale 61 Italia.svg – Via Cantonale
Confine di Stato di Zenna Maccagno con Pino e Veddasca (Zenna) Gambarogno Sant’Abbondio Strada Statale 394 Italia.svg – Via Cantonale
Valico di Ponte Tresa Lavena Ponte Tresa (Ponte Tresa) Ponte Tresa Strada Statale 233 Italia.svg – Via Lungolago
Valico di Porto Ceresio Porto Ceresio Brusino Arsizio Strada Statale 344 Italia.svg – Via al Confine
Valico di Arzo Saltrio Mendrisio (Arzo) Strada Provinciale 9 Italia.svg – Via Remo Rossi
Valico di Ligornetto Clivio Mendrisio (Ligornetto) Strada Provinciale 3 Italia.svg – Via Cantinetta
Valico di San Pietro Clivio (San Pietro) Stabio (San Pietro di Stabio) Strada Provinciale 3 Italia.svg – Via Dogana
Valico di Gaggiolo Cantello (Gaggiolo) Stabio (Gaggiolo) Strada Provinciale 3 Italia.svg – Via Gaggiolo

Como Como – Ticino Ticino[modifica | modifica wikitesto]

Nome del valico Comune italiano Comune svizzero Infrastruttura
Ponte Chiasso Como (Ponte Chiasso) Chiasso ex-Strada Statale 35 Italia.svg (via Bellinzona) – N 2
Brogeda Como (Brogeda) Chiasso Autostrada A9 Italia.svg – A2Swiss.svg
Ponte Chiasso Como (Ponte Chiasso) Chiasso Ferrovia Milano-Chiasso
Maslianico Como (Maslianico) Vacallo (Pizzamiglio) Via XX Settembre – Via Pizzamiglio
Bizzarone Bizzarone Stabio (Santa Margherita) Ferrovia della Valmorea
Drezzo Drezzo Pedrinate (Ca Nova) Strada Provinciale 18 Italia.svg – Via Tinelle
Crociale dei Mulini Ronago (Crociale dei Mulini) Novazzano (Ponte Faloppia) Via Mulini – Via Resiga
Ronago Ronago Novazzano (Marcetto) Strada Provinciale 18 Italia.svg – Via Marcetto
Bizzarone Bizzarone Novazzano (Brusata) Strada Provinciale 23 Italia.svg – Via Clos
Ronago Ronago Novazzano (Marcetto) Strada Provinciale 18 Italia.svg – Via Marcetto
Uggiate Trevano Uggiate Trevano Novazzano (Pignora) Via Somazzo – Via Pignora
Lanzo d’Intelvi Lanzo d’Intelvi Arogno Strada Provinciale 13 Italia.svg – Via Confine
Campione d’Italia Campione d’Italia Bissone Corso d’Italia – Via Campione
Albogasio Valsolda (Albogasio) Lugano (Gandria) Strada Statale 340 Italia.svg – Via Cantonale

Sondrio Sondrio – Grigioni Grigioni[modifica | modifica wikitesto]

Nome del valico Comune italiano Comune svizzero Infrastruttura
Spluga Madesimo (Montespluga) Splügen Strada Statale 36 Italia.svg – Splügenpassstrasse
Villa di Chiavenna Villa di Chiavenna (Dogana) Bregaglia (Castasegna) Strada Statale 37 Italia.svg – N 3
Madonna di Tirano Tirano (Madonna) Brusio (Campocologno) Ferrovia Retica
Madonna di Tirano Tirano (Madonna) Brusio (Campocologno) Strada Statale 38dir-A Italia.svg – N 29
Forcola di Livigno Livigno (Tresenda) Poschiavo (La Motta) Via Compart – N 29
Munt la Schera Livigno Zernez (Il Fuorn) Via Rasia – N 28
Giogo di Santa Maria Bormio (Passo dello Stelvio) Santa Maria Val Müstair Strada Statale 38dir-B Italia.svg – Sassabinghel

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Idrografia della Lombardia.

I laghi[modifica | modifica wikitesto]

Lecco e il suo lago.JPG
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Vista panoramica del golfo di Lecco dal Monte Barro, da sinistra si vedono: il Moregallo, il Lario, il Monte San Martino e la città di Lecco.

La regione è costellata da molti laghi di grandi e piccole dimensioni, i principali dei quali sono:

  • Il lago di Garda (o Benaco), di origine glaciale, è il più grande d’Italia con una superficie di 370 km². È profondo 346 m e ha una lunghezza di 51,6 km. La grande quantità d’acqua del lago ha effetti significativi sul clima locale. Lungo le sue sponde si coltivano infatti l’ulivo, i limoni e i cedri, tipici del clima mediterraneo.[29]
  • Il lago Maggiore (o Verbano) ha una superficie di 212 km², un’estensione di 50 km, una larghezza che va dai 2 ai 4,5 km e una profondità massima è di 372 m.[30]
  • Il lago di Como (o Lario) è caratterizzato da una forma a Y rovesciata, con la punta di Bellagio che segna la separazione in due rami. Completamente scavato nella cerchia prealpina, il lago si snoda per 46 km, ha una larghezza massima di 4,3 km e una superficie di 146 km². È il primo in Italia come sviluppo perimetrico (180 km) e il quinto in Europa come profondità (410 m).[31]
  • Il lago d’Iseo (o Sebino) ha la forma di una S, con una superficie di 65,3 km² e una profondità massima di 361 m. Vi è situata l’isola lacustre più grande d’EuropaMonte Isola, che si estende per 4,3 km².[32]
  • Il lago di Lugano (o Ceresio), situato in Lombardia, ma anche Svizzera e ha una superficie di 48,7 km². Sulle sue sponde si trovano i comuni italiani di Porto CeresioValsolda e Porlezza.[33]
  • Il lago d’Idro (o Eridio), anch’esso di origine glaciale è situato nella provincia di Brescia ai confini con il Trentino, a 368 metri sul livello del mare,ed è formato dalle acque del fiume Chiese che ne è anche l’emissario. La sua superficie misura 10,9 km².[34]
  • Il lago di Varese, che una superficie di circa 14,9 km² e che ha una profondità massima di 26 m.[35]
  • laghi di Mantova (Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore) che, con una superficie complessiva di 6,21 km², sono gli unici interamente ricompresi nella Pianura Padana.
Cima Comer panorama Lago di Garda.jpg
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Panorama del lago di Garda visto da cima Comer (1280 m) presso Gargnano.

I fiumi[modifica | modifica wikitesto]

Principali fiumi che scorrono sul territorio lombardo.
Fiume Lunghezza (km) Portata media alla foce (m³/s) Bacino (km²)
Po 652[N 2][N 3][N 4] 1 540 71 000
Adda 313 187 7 979
Oglio 280 137 6 649
Ticino 248[N 2][N 5] 350 7 228
Mincio 203[N 3][36] 60 2 859[N 6]
Chiese 160[N 7] 36 960
Agogna 140[N 2] 6 995
Lambro 130 12 1 350
Serio 124 23 1 256
Mella 96 11 1 036
Terdoppio 86[N 2] 3,7 515
Brembo 74 30 935
Olona 71 6,9[N 8] 911
Staffora 58 4,5 337,5
Seveso 55 1,8 930
Mera 50 23 757
Olona meridionale 36 3,08 160
Cherio 32 1,5 161

Il fiume Adda tra Trezzo e Capriate San Gervasio, tra la città metropolitana di Milano e la provincia di Bergamo.

Il fiume Ticino nei pressi di Pavia (Massaua di Torre d’Isola).

Ponte Romano sul fiume Oglio (IV sec.) a Palazzolo, in provincia di Brescia.

Il fiume Brembo a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo.

Per il territorio lombardo passano centinaia di fiumi e torrenti, il più rilevante dei quali è il Po che con i suoi 652 km è il più lungo d’Italia. Per un lungo tratto costituisce il confine meridionale della regione e scorre interamente in Lombardia solo nelle province di Pavia e Mantova.

Gli altri principali fiumi provengono dal versante alpino della Pianura Padana e sono tutti affluenti del Po: infatti il territorio lombardo è quasi interamente compreso nel bacino idrografico del principale fiume italiano[N 9]. Data la scarsa estensione del territorio regionale a sud del Po, la Lombardia è praticamente priva di fiumi appenninici: nell’Oltrepò pavese non si trovano corsi d’acqua significativi, mentre l’unica eccezione è costituita dal Secchia che nell’ultimo tratto del suo corso, prima di confluire nel Po, scorre nell’Oltrepò mantovano.

Oltre al Po, i fiumi principali sono:

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Un olivo sul lungolago del comune bresciano di Salò. Sul Lago di Garda è presente un microclima “mediterraneo” che consente la coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio di oliva.

Il clima della Lombardia, per quanto definibile di tipo temperato subcontinentale,[38] si presenta molto variegato a causa delle diverse conformazioni naturali presenti sul territorio: montagne, colline, laghi e pianura.

In genere le stagioni estive in pianura sono afose (a causa della molta umidità) e calde[38]. La continentalità fa sì che la media delle temperature massime nel mese di luglio sia di 29 °C.[39] Ma in questi mesi dell’anno sono anche frequenti forti temporali e improvvisi rovesci accompagnati anche da grandine. Gli inverni sono freddi e lunghi con precipitazioni contenute.[38][40] L’escursione termica nel corso dell’anno è elevata e la nebbia è intensa.[40]

In montagna il clima è tipicamente alpino con estati fresche, abbondanti precipitazioni e inverni lunghi, rigidi e poco piovosi.[40] La Pianura Padana è una delle zone meno ventilate d’Italia[41]. La neve, abbondante sui rilievi, cade anche in pianura, visto che la temperatura media minima in gennaio è di -1 °C.[39]

Il Lago di Garda contribuisce a regolare la temperatura delle zone circostanti, creando un microclima “mediterraneo” che rende possibile la coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio di oliva; anche in altre zone lacustri viene prodotto il cosiddetto “olio lombardo“.[42]

La fascia prealpina e l’alto Oltrepò hanno un clima di tipo temperato fresco, la media montagna alpina un clima temperato freddo e le vette un clima di tipo glaciale.[38]

Come in tutte le zone urbanizzate del pianeta le città lombarde, a causa delle loro grandi dimensioni e della produzione di calore dovuta all’attività umana, hanno dato origine a un innalzamento medio della temperatura locale rispetto alle campagne circostanti, la cosiddetta “isola di calore“.

Le principali stazione meteorologiche che permettono di monitorare il clima della Lombardia e che fanno capo al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare Italiana sono quelle di Milano Centro, di Milano Linate, di Brescia-Ghedi, di Brescia-Montichiari, di Milano Malpensa e di Bergamo-Orio al Serio.[43]

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

I monti della Valtellina.

La struttura geologica della Lombardia deriva dall’orogenesi delle Alpi dovuta alla collisione tra la placca africana e quella europea che ha generato la catena alpina a partire dal Cretaceo superiore fino al Miocene[44].

Dal punto di vista geologico, oltre che geografico, la Lombardia può essere divisa in tre “zone”. La Pianura Padana delimitata a sud dall’Oltrepò Pavese e a nord dalle Alpi, a loro volta suddivise in Alpi Centrali e le Alpi Meridionali (anche dette Sudalpine) dalla Linea Insubrica, che attraversa la Valtellina in direzione est-ovest.

La formazione delle Alpi Orobie ha avuto inizio nel Miocene circa 20 milioni di anni fa; le rocce che formano la catena montuosa sono per lo più di origine metamorfica: gneissmicascisti e filladi[45]. Affiorano rocce di tipo sedimentario lungo lo spartiacque, principalmente conglomerati e arenarie, tra cui il Verrucano lombardo, caratteristico della zona del Pizzo dei Tre Signori.

Particolare cresta seghettata del Resegone visto da Lecco.

In Val Trompia affiora la Formazione di Collio costituita da termini vulcanoclastici: tufi conglomeratici e porfiriti. Questi depositi terrigeni derivano dallo smantellamento di edifici vulcanici situati a sud, nell’attuale area padana. Sono stati riconosciuti da studi petrografici termini vulcanici dacitici e andesitici, tipici degli archi magmatici di tipo Pacifico (come l’attuale Indonesia), che indicano un contesto geodinamico collisionale.

Il Calcare di Domaro è presente estesamente in tutta la regione[46]: in Lombardia orientale, affiora in concordanza stratigrafica sopra il Calcare di Gardone Val Trompia (una formazione composta da calcareniti di origine torbiditica), mentre nel resto della Lombardia, questa formazione poggia sopra il Calcare di Moltrasio (Hettangiano-Carixiano superiore), con una transizione abbastanza rapida (generalmente pochi metri). Nella Lombardia orientale la formazione passa superiormente al Rosso ammonitico lombardo (ToarcianoBatoniano), composto da marne varicolori (verdi-rossastre e violacee) e calcari nodulari rossastri – biancastri.

Il territorio di Lecco si è formato nel periodo che va da 250 a 26 milioni di anni fa. Esso è frutto prima dell’azione orogenetica e poi del modellamento da parte dei ghiacciai e dei fiumi che hanno definito l’attuale orografia. La parte settentrionale della provincia di Lecco appartiene al sistema alpino, il Monte Legnone (2610 m) rappresenta la vetta più elevata ed è caratterizzato dal processo orogenetico. Il resto del territorio montano della provincia è di tipo prealpino ed è diviso da quello alpino dalla Linea Insubrica.

Panorama dell’alta Pianura Padana lombarda nel territorio di Origgio, nell’Altomilanese. Sullo sfondo il Monte Rosa.

La Pianura Padana invece è di origine più recente; formatasi dal deposito di materiale detritico sulla piattaforma continentale, proveniente dall’erosione per opera delle acque superficiali, che ha accompagnato il sollevamento della catena alpina, innalzatasi a ovest e a nord della pianura, e di quella appenninica a sud, che hanno colmato il golfo marino esistente nel pliocene creato dal sollevamento delle due catene montuose[47].

Collocata al centro della Pianura Padana centro settentrionale, l’area in cui si trova Milano e la sua provincia è costituita in superficie da terreni alluvionali quaternari. Questi vengono genericamente indicati come “Diluvium recente” sono costituiti da terreni fluvioglaciali del Riss (fiume) e depositi fluvio glaciali del Wurm; si possono trovare anche terreni alluvionali ghiaioso-sabbiosi nel territorio di Rho terrazzati e classificati come “Alluvium Antico” attribuiti al periodo della glaciazione di Mindel[48].

L’area dell’Oltrepò Pavese appartiene geologicamente alle unità liguri dell’appenino settentrionale, ricoperte dai sedimenti semi alloctoni autoctoni della serie plio-pleistocenica padana.[49]

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Le aree protette della Lombardia.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Aree naturali protette della Lombardia.
«Questa terra per nove decimi non è opera della natura; è opera delle nostre mani; è una patria artificiale»
(Carlo Cattaneo)

La Lombardia è stata la prima regione italiana a legiferare sulle aree protette di livello regionale (1983) introducendo concetti innovativi nella tutela del territorio, istituendo parchi fluviali (il primo in Europa fu il Parco naturale lombardo della Valle del Ticino nel 1974)[50], parchi agricoli e parchi locali; tutte idee e approcci usati anche nella legislazione nazionale (legge n. 394 del 1991). Il sistema delle aree protette lombardo consta di 24 parchi regionali (su 26 parchi individuati dalla legge n. 86/83), 65 riserve[51] e 30 monumenti naturali,[52] oltre alla presenza del Parco nazionale dello Stelvio. In totale le aree protette ricoprono più del 29% del territorio regionale.

La flora e la fauna vivono principalmente nelle zone di montagna dove, a differenza della pianura, la presenza dell’uomo è meno evidente. Basta una passeggiata lungo i sentieri delle montagne della Lombardia per vedere liberi lupistambecchicervicapriolicamoscileprivolpitassigalli forcellifrancolini di monteermellini e marmotte.

Inoltre la Lombardia condivide con la Svizzera il sito del Monte San Giorgio, inserito nel patrimonio mondiale dell’umanità[53] per l’eccezionale valore paleontologico dei depositi fossiliferi che si trovano nelle rocce della montagna.

Quanto ai rifiuti, in Lombardia nel 2014 sono state prodotte 4.642.000[54] tonnellate di materiale di scarto, di cui il 56,3% è stato raccolto con la raccolta differenziata[55].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Lombardia.

La Gallia Cisalpina, nome attribuito dai romani all’Italia settentrionale.

Il Nord Italia in epoca romana, suddiviso nelle regioni augustee. Tra esse c’era Regio XI Transpadana, che aveva come capitale Mediolanum, ovvero Milano.

Pontida: lapide in ricordo della Lega Lombarda.

Il re Alboino, che fece di Pavia la capitale del Regno Longobardo.

Stemma dei Visconti, signori di Milano.

Il Regno d’Italia napoleonico, avente come capitale Milano, nel 1807, quando includeva anche l’Istria e la Dalmazia.

Incoronazione di Napoleone Re d’Italia avvenuta nel Duomo di Milano.

Carta del Regno Lombardo-Veneto, 1815-1866.

Il corpo di Benito Mussolini appeso a piazzale Loreto a Milano, 1945.

L’ esplosione della Strage di piazza della Loggia a Brescia nel 1974.

Nella pianura lombarda sono stati trovati vari oggetti che testimoniano la diffusione in essa già nel III millennio a.C. dell’uomo[56], già presente almeno dal pleistocene in area prealpina[57].

Le prime civiltà che si svilupparono furono quella Camuna (nel Neolitico) e la cultura di Golasecca (Età del bronzo). L’area lombarda centro-orientale fu interessata da un’influenza etrusca attorno al V secolo a.C. In seguito, nel IV secolo a.C., la regione fu invasa da varie genti Galliche, che daranno vita alle confederazioni degli Insubri, nella Lombardia occidentale dove daranno luogo alla fondazione di Milano, e dei Cenomani, nella Lombardia orientale e nell’area del basso Garda e delle rive del Po.

Sul finire del III secolo a.C. gli antichi Romani incominciarono la conquista della Pianura Padana, scontrandosi con i Galli Insubri, mentre i Galli Cenomani furono fin dall’inizio loro alleati. La provincia diede in seguito i natali a celebri esponenti della cultura latina, quali Plinio a Como e Virgilio a Mantova.

Negli ultimi secoli dell’Impero Romano d’OccidenteMilano (Mediolanum) accrebbe notevolmente la propria importanza di centro politico e religioso (con l’episcopato di sant’Ambrogio), tanto che divenne una delle sedi dei tetrarchi al tempo di Costantino, il quale nel 313 d.C. emanò un editto chiamato editto di Milano, tramite cui si concedeva a tutti i sudditi la libertà di professare la propria religione, anche ai cristiani, fino ad allora esclusi da tale diritto.[58]

Alla caduta dell’Impero romano d’Occidente sono i barbari a dominare la Lombardia: prima arrivano gli Eruli di Odoacre (476-493), poi gli Ostrogoti di Teodorico il Grande (493-553). La Lombardia ritornò poi a far parte dell’Impero romano (questa volta dell’Impero bizantino) dopo la Guerra gotica, che durò circa 20 anni e che flagellò l’Italia intera. Dopo pochi anni di dominio imperiale bizantino, nel 568 i Longobardi attaccarono e conquistarono gran parte dell’Italia, ponendo la loro capitale a Pavia.[59]

È proprio in questo periodo che si iniziò a chiamare con il termine Langobardia i territori occupati dai Longobardi[60], ossia gran parte della Pianura Padana e l’attuale Toscana (Langobardia Maior) e i ducati di Spoleto e Benevento nell’Italia centrale e meridionale (Langobardia Minor).[61][62] Nel VII secolo il termine “Lombardia” prese a designare specificatamente il territorio dell’attuale regione, detta in precedenza Liguria o Neustria, anche se continuò ancora per alcuni secoli a designare in senso lato l’intera Italia centro-settentrionale.[60]

Nel 774 il re dei Franchi Carlo Magno – disceso in Italia l’anno precedente, su invito del pontefice Adriano I minacciato dai Longobardi – conquistò Pavia, portò prigioniero in Gallia re Desiderio e si autoproclamò re dei Franchi e dei Longobardi, mentre fregiava del titolo di re d’Italia il proprio secondo figlio maschio Pipino. Il dominio franco diede inizio alla struttura politica feudale che caratterizzò l’Alto Medioevo.

Nella Pianura Padana del Basso Medioevo cominciò a diffondersi un modello politico nuovo: il comune medievale, protagonista di un ripopolamento delle città. Nel 1176 la Lega Lombarda sconfisse le truppe dell’imperatore Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano. La pace di Costanza del 1183 sancì nel contempo la formale ubbidienza dei comuni all’imperatore e il sostanziale riconoscimento delle autonomie comunali da parte del sovrano. A partire dal XIII secolo il modello comunale entrò in crisi e venne presto soppiantato dalle nascenti Signorie: i Gonzaga a Mantova,[63] i Visconti e poi gli Sforza a Milano.[64]

Nella seconda metà del Medioevo, in quella che veniva chiamata Lombardia (ovvero l’Italia del nord) cominciarono a differenziarsi la parte meridionale (Toscana) e quella orientale (Marca Trevigiana, Marca Veronese): il termine “Lombardia”, da allora in poi, cominciò a identificare ormai solo la parte della Pianura Padana situata a nordovest del fiume Mincio, soprattutto i territori soggetti al dominio dei Visconti prima e degli Sforza poi. Nel XV secolo la Lombardia divenne nuovamente terra di conquista: prima arrivarono i Veneziani da est, poi i Francesi rivendicarono la restante parte del Ducato di Milano che poi fu ceduto, dopo lunghi anni di guerra, agli Spagnoli che vi rimasero a lungo, formalmente ancora sotto l’egida del Sacro Romano Impero.

Durante questa dominazione la regione conobbe, dopo un primo periodo di prosperità, una progressiva decadenza, aggravata nel XVII secolo da epidemie di peste. Nel 1714 il Ducato di Milano, in seguito alla guerra di successione spagnola passò per eredità dagli Asburgo di Spagna agli Asburgo d’Austria; infine gli austriaci ottennero anche il ducato di Mantova.

La parte orientale della regione, annessa veneziano nel corso del XV secolo, comprendeva i territori di BergamoCremaBrescia e Salò, che seguirono dunque una storia in diversa dal resto della regione fino al 1797, quando la Lombardia conobbe nuovamente, dopo secoli di divisione, l’unità politica e amministrativa sotto l’egida di Napoleone Bonaparte.

Dopo l’esperienza della Repubblica Transpadana, della Repubblica Cisalpina, del Regno d’Italia (di cui Milano fu formalmente la capitale con Napoleone Bonaparte re d’Italia), tutti Stati dipendenti dalla Francia napoleonica, la Restaurazione creò il Regno Lombardo-Veneto nuovamente sotto gli Asburgo d’Austria.

La Lombardia fu poi un importante centro del Risorgimento, con le Cinque giornate di Milano del marzo 1848 e il successivo plebiscito, le Dieci Giornate di Brescia del 1849, i Martiri di Belfiore a Mantova negli anni tra il 1851 e il 1853. L’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna avvenne in seguito alla seconda guerra di indipendenza nel 1859, guerra durante la quale la Lombardia fu il principale teatro di battaglia (battaglie di MontebelloPalestroMagentaSolferino e San Martino e San Fermo). Nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, la Lombardia entrò a far parte del moderno Stato italiano. Per quanto riguarda la battaglia di Solférino, fu durante questo conflitto che Henry Dunant ha preso l’iniziativa di creare la Croce Rossa.

Il fronte alpino della prima guerra mondiale attraversò il versante alpino lombardo orientale, e nel primo dopoguerra Milano fu il centro dei Fasci italiani di combattimento. Milano divenne poi Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza dopo la sua liberazione dal Fascismo durante la seconda guerra mondiale, mentre la Resistenza partigiana si spargeva nelle valli e nelle province.

Negli anni del boom economico, Milano fu uno dei poli del “triangolo industriale” dell’Italia del nord. Gli anni di piombo ebbero ampia rilevanza in Lombardia, con la strage di piazza Fontana a Milano nel 1969 e la strage di Piazza della Loggia a Brescia nel 1974.

Negli anni ottanta del XX secolo Milano divenne simbolo della crescita economica, “capitale morale” dell’Italia, e simbolo del rampantismo economico-finanziario della “Milano da bere“, mentre il gruppo socialista milanese di Bettino Craxi era al governo nazionale.

Lo scandalo di Tangentopoli e l’inchiesta di Mani pulite si sono svolti principalmente a Milano. Nel vuoto lasciato dalla crisi della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano è cresciuta una nuova classe politica lombarda, incarnata da una parte dallo spirito autonomista della Lega Lombarda, poi diventata Lega Nord, e dall’altro dall’ideale imprenditoriale di Forza Italia, che è molto radicata nel capoluogo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Demografia della Lombardia e Area metropolitana di Milano.

Milano di notte, fotografia dallo spazio.

Con i suoi dieci milioni di residenti (10.019.166 al 1º gennaio 2017)[65] la Lombardia è la regione più popolosa d’Italia, e tra le prime in Europa; superiore alla popolazione dell’Austria e della Svizzera, doppia rispetto alla Norvegia e pari a quella del Portogallo, è molto vicina a quella delle grandi regioni europee della Renania Settentrionale-VestfaliaBavieraÎle de France e Baden-Württemberg, che superano di poco i 12 milioni di abitanti.

I lombardi costituiscono il 16,36% della popolazione nazionale e vivono sul 7,9% del territorio italiano, dando origine a una densità demografica di 415,93 ab./km² (rispetto ai 201,24 ab./km² della media italiana)[66], seconda solo a quella della Campania. L’ente di area vasta più popolato è la città metropolitana di Milano (secondo in assoluto in Italia), seguita dalle province di Brescia e Bergamo (rispettivamente al 6º e 9º posto in ambito nazionale), mentre il meno abitato è la provincia di Sondrio.

La popolazione maschile (4.886.543 ab.) costituisce il 48,8% della popolazione regionale mentre quella femminile (5.121.806 ab.) il 51,2%.[65] Nel 2014 il tasso di crescita naturale in Lombardia è stato dello 0,3% ab.; il tasso migratorio interno dell’1,4‰ e quello estero del 4,4‰[67]. La speranza di vita alla nascita nel 2015 era di 80,5 anni per i maschi e 85,2 per le femmine[68].

La popolazione straniera presente in Lombardia è di 1.149.011 abitanti (al 1º gennaio 2016) pari al 11,5% della popolazione lombarda, costituendo quasi un quarto (22,9%) di quella presente nell’intera Italia. Verso la fine dello scorso secolo, in Lombardia così come in Italia, è cominciato un flusso migratorio proveniente da paesi extraeuropei e in particolare dall’Africa, dall’Asia, dal Sud America e dall’Europa dell’Est.[69] Il fenomeno migratorio è tuttora in atto, ed è fonte di dibattito a livello istituzionale e popolare. La popolazione della sola città di Milano, tra il 2008 e il 2009, è incrementata di circa 12.000 abitanti. Nello stesso periodo la popolazione straniera a Milano è cresciuta di 16.000 abitanti: ciò significa che gli abitanti con cittadinanza italiana sono diminuiti di 4.000 unità.

La presenza umana sul territorio è caratterizzata da una grande disomogeneità in quanto è fortemente concentrata nella fascia pedemontana tra le province di VareseComoLeccoMonza e Brianza e soprattutto Brescia e Bergamo e nella Città metropolitana di Milano.[66] Questo territorio comprende più di 6,5 milioni di abitanti ed è caratterizzato da una fitta urbanizzazione che viene chiamata in modo metaforico la “Città Infinita[70]. La popolazione, invece, cala lentamente in densità andando verso la bassa pianura e, più bruscamente, verso la montagna ma non nelle maggiori vallate alpine.

Comuni più popolosi[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Modifiche territoriali e amministrative dei comuni della Lombardia.

Di seguito la tabella riporta la popolazione residente nei comuni della Lombardia con più di 40.000 abitanti:[71] e la foto di quelle con più di 80.000.

Dati aggiornati al 31 marzo 2018
Posizione Posizione
in Italia
Comune Popolazione
(ab.)
Superficie
(km²)
Densità
(ab./km²)
Provincia o Città metropolitana
1° Stemma Milano 1 404 239 181,76 7 408,11 Milano Milano
16° Stemma Brescia 200 423 90,34 2 175,01 Brescia Brescia
33° Stemma Monza 124 051 33,09 3 707,52 Monza e Brianza Monza e Brianza
37° Stemma Bergamo 122 248 40,16 2 972,79 Bergamo Bergamo
60° Stemma Como 85 820 37,12 2 276,39 Como Como
62° Stemma Busto Arsizio 84 031 30,66 2 710,55 Varese
68° Stemma Sesto San Giovanni 81 515 11,70 6 975,46 Milano Milano
69° Stemma Varese 80 397 54,84 1 473,36 Varese
75° Stemma Cinisello Balsamo 76 389 12,72 5 900,36 Milano Milano
10° 78° Stemma Pavia 72 871 63,24 1 147,54 Pavia Pavia
11° 79° Stemma Cremona 72 057 70,49 1 019,95 Cremona Cremona
12° 96° Stemma Vigevano 63 134 81,37 778,10 Pavia Pavia
13° 105° Stemma Legnano 60 339 17,68 3 408,73 Milano Milano
14° 136° Stemma Gallarate 53 491 20,98 2 542,25 Varese
15° 143° Stemma Rho 50 871 22,24 2 267,37 Milano Milano
16° 156º Stemma Mantova 49 398 63,81 762,78 Mantova Mantova
17° 161º Stemma Lecco 48 562 45,14 1 063,45 Lecco Lecco
18° 163º Stemma Cologno Monzese 47 749 8,40 5 709,34 Milano Milano
19° 167º Stemma Paderno Dugnano 46 434 14,11 3 304 Milano Milano
20° 168º Stemma Lissone 46 398 9,30 4 832,56 Monza e Brianza Monza e Brianza
21° 180º Stemma Lodi 45 452 41,38 1 086,17 Lodi Lodi
22° 181º Stemma Seregno 45 217 13,05 3 422,82 Monza e Brianza Monza e Brianza
23° 187º Stemma Rozzano 42 467 12,24 3 469,19 Milano Milano
24° 194º Stemma Desio 41 864 14,76 2 837,06 Monza e Brianza Monza e Brianza
25° 198º Stemma Cantù 40 016 23,25 1 716,86 Como Como

Nota: in grassetto i capoluoghi di provincia

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 1º gennaio 2019, secondo i dati Istat, i cittadini stranieri residenti nella regione sono 1.181.772 (11,7% della popolazione lombarda)[72]. I gruppi più numerosi censiti al 1º gennaio 2019 sono[72]:

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Regionalismo (Italia).

La Lombardia è una Regione a statuto ordinario della Repubblica Italiana. La Regione Lombardia, come le altre regioni d’Italia a statuto ordinario, sono state previste sin dal 1948 dagli articoli 114 e 115 della Costituzione della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 16 maggio 1970 avente per oggetto “Provvedimenti finanziari per l’attuazione delle Regioni a statuto ordinario”, con cui si è dato avvio al processo di decentramento amministrativo previsto dall’articolo 5 e dall’articolo 118 della Costituzione, furono attuate le loro funzioni.

Le ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale si sono svolte il 4 marzo 2018. Il 22 ottobre del 2017 la Lombardia è stata chiamata a votare per un referendum consultivo riguardante la possibilità per la regione di richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato. Questo voto, il primo in Italia con modalità digitale, ha visto la partecipazione al voto di 3.017.707 elettori (pari al 38,34% degli aventi diritto) e il SÌ ha vinto con una percentuale del 95,29%.[73]

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio lombardo è caratterizzato da un tessuto amministrativo molto fitto e frazionato: basti pensare che la regione è suddivisa in dodici enti di area vasta (11 province e 1 città metropolitana) e 1 506 comuni che la rendono la regione con più enti locali in Italia. La provincia più estesa è quella di Brescia, la più piccola quella di Monza e della Brianza. I capoluoghi della provincia di Monza e della città metropolitana di Milano distano tra loro solo 15 km. Una peculiarità di questa regione è data dall’exclave di Campione d’Italia, comune che amministrativamente appartiene alla provincia di Como, ma è che interamente circondato da territorio elvetico del Canton Ticino. La moneta abitualmente utilizzata a Campione è il franco svizzero.

Elenco delle province e delle metropoli della Lombardia. Dati aggiornati al 31 ottobre 2017, Presidenti all’attuale esecutivo.
Provincia o Città metropolitana Sigla Stemma Popolazione
(ab.)
Superficie
(km²)
Densità
(ab./km²)
Comuni
(n°)
Presidente Area politica Mappa Immagine Sito
Bergamo Bergamo BG Provincia di Bergamo-Stemma.png 1 110 457 2 755 404 243 Gianfranco Gafforelli CP Map of comune of Bergamo (province of Bergamo, region Lombardy, Italy).svg GiorcesPrefetturaBG1.JPG Bergamo
Brescia Brescia BS Provincia di Brescia-Stemma.png 1 262 135 4 786 264 206 Samuele Alghisi PD Map of comune of Brescia (province of Brescia, region Lombardy, Italy).svg Cortile del Broletto lato Nord a Brescia.jpg Brescia
Como Como CO Provincia di Como-Stemma.png 599 637 1 279 469 160 Fiorenzo Bongiasca Indipendente Map of comune of Como (province of Como, region Lombardy, Italy).svg Villa-Saporiti.jpg Como
Cremona Cremona CR Provincia di Cremona-Stemma.png 358 578 1 770 202 115 Paolo Mirko Signoroni[74] Centro-sinistra Map of comune of Cremona (province of Cremona, region Lombardy, Italy).svg Cremona Duomo.jpg Cremona
Lecco Lecco LC Provincia di Lecco-Stemma.png 337 256 806 419 85 Claudio Usuelli Centro-destra Map of comune of Lecco (province of Lecco, region Lombardy, Italy).svg Lecco municipio.JPG Lecco
Lodi Lodi LO Provincia di Lodi-Stemma.svg 229 946 783 293 61 Francesco Passerini Lega Map of comune of Lodi (province of Lodi, region Lombardy, Italy).svg Palazzo San Cristoforo Lodi.jpg Lodi
Mantova Mantova MN Provincia di Mantova-Stemma.png 411 959 2 341 176 70 Beniamino Morselli Lista civica di centro sinistra Map of comune of Mantua (province of Mantua, region Lombardy, Italy).svg Mantova - Piazza delle Erbe.jpg Mantova
Milano Milano MI Provincia di Milano-Stemma.png 3 233 541 1 576 2049 134 Giuseppe Sala PD Map of comune of Milan (province of Milan, region Lombardy, Italy).svg Milano - palazzo Isimbardi - facciata.jpg Milano
Monza e Brianza Monza e Brianza MB Provincia-Monza-Brianza-stemma.svg 871 523 405 2149 55 Luca Santambrogio Lega Map of comune of Monza (province of Monza and Brianza, region Lombardy, Italy).svg Palazzo della Provincia Monza.jpg Monza
Pavia Pavia PV Provincia di Pavia-Stemma.png 545 611 2 969 184 188 Vittorio Poma Forza Italia Map of comune of Pavia (province of Pavia, region Lombardy, Italy).svg 861PaviaPalProvincia.JPG Pavia
Sondrio Sondrio SO Provincia di Sondrio-Stemma.png 181 249 3 196 57 78 Elio Moretti Lista civica Map of comune of Sondrio (province of Sondrio, region Lombardy, Italy).svg 966SondrioPalGoverno.JPG Sondrio
Varese VA Provincia di Varese-Stemma.png 890 418 1 198 743 141 Emanuele Antonelli Centro-destra Map of comune of Varese (province of Varese, region Lombardy, Italy).svg Varese Palazzo Estense.jpg Varese

Il Presidente della regione[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Lombardia.

Palazzo Lombardia, sede della regione, visto da piazza Gae Aulenti, a Milano.

Il Presidente della Giunta regionale è il rappresentante della regione, ha il compito di gestire e coordinare la Giunta regionale della Lombardia, promulga le leggi regionali ed emana i regolamenti. L’attuale presidente della regione, Attilio Fontana, è stato eletto per tale incarico alle elezioni regionali del 2018.

La Giunta regionale[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Giunta regionale della Lombardia.

L’organo esecutivo della Regione è la Giunta regionale, che è composta dal Presidente della Giunta e dagli assessori. Tra i suoi compiti ci sono:

La Giunta regionale lombarda ha sede nel Palazzo Lombardia, che è situato a Milano su un’area di 33.700 metri quadrati compresa tra le vie Melchiorre Gioia, Restelli, Algarotti e Galvani.

Il Consiglio regionale[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Consiglio regionale della Lombardia.

Il Consiglio regionale della Lombardia è l’assemblea legislativa della regione. Promulga le leggi e i regolamenti di competenza dell’ente. Ha approvato lo statuto d’autonomia della Lombardia e ha il compito di approvare il bilancio regionale e di proporre leggi alla Camera dei deputati. Il consiglio ha sede nel Grattacielo Pirelli e consta di 80 seggi.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Quattro motori dell’Europa e Industria preunitaria lombarda.

quattro motori dell’Europa (in blu chiaro) rispetto all’Unione europea: la Lombardia, il Baden-Württemberg, la Catalogna e l’Alvernia-Rodano-Alpi.

La Lombardia è la prima[75] regione d’Italia, per importanza economica[76], contribuendo a circa un quinto (21,69% nel 2014) del prodotto interno lordo nazionale.[77] Inoltre ospita molte delle maggiori attività industriali, commerciali e finanziarie del Paese, e il suo reddito pro capite supera del 27,9% il corrispondente valore calcolato a parità di potere d’acquisto standard per l’Unione europea[78].

La Lombardia, insieme con Baden-Württemberg (che si trova in Germania), Catalogna (Spagna) e Alvernia-Rodano-Alpi (Francia), fa parte del gruppo definitosi quattro motori dell’Europa.[79] Inoltre è parte del cosiddetto cuore economico d’Europa e Milano è, unitamente a LondraAmburgoFrancoforteMonaco di Baviera e Parigi, una delle sei capitali economiche europee.[80]

Macro-economia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Mezzanotte di Milano, sede della Borsa Italiana.

Il PIL ai prezzi correnti (2014) della Lombardia ammonta a 350.024,68 milioni di euro, circa il 21,7% del PIL italiano che corrisponde a 1.613.859,1 milioni di euro.[77] È la seconda regione d’Europa per PIL e la 61ª per PIL pro-capite[81].

Il PIL pro-capite della regione nel 2014 è stato di 35.044,17 di euro contro i 26.548,49 euro della media italiana.[82] L’andamento del Pil regionale negli ultimi anni ha seguito la dinamica innescata dalla grande recessione, che è incominciata nel 2007: in crescita fino al 2008, nel 2009 ha registrato una forte caduta, parzialmente recuperata tra 2010 e 2011 per poi diminuire nuovamente dal 2012.[77]

Gli occupati effettivi in Lombardia, nel 2018, sono il 67% della forza lavoro: il 65,8% impiegato nei servizi, il 32,4% nell’industria (comprese le costruzioni) e il rimanente 1,9% nell’agricoltura[83]; il tasso di disoccupazione, nel 2018, si attesta al 6% ed è uno tra i più bassi d’Italia.

In Lombardia, nel 2015, l’importo annuo pensionistico totale è stato di 39.959 milioni di euro[84].

In Lombardia l’entità dei depositi in banca al 31 dicembre 2016 è di 308.084 milioni di euro e si contano 5.881 sportelli bancari[85]. Infine, nel 2013, sono state autorizzate 109.310.822 ore di CIG ordinaria, 113.102.850 ore di CIG straordinaria e 47.620.186 ore di CIG in deroga.[86]

Macro-settori economici[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Ronzoni – Filanda nel bergamasco (1820 ca.).

Suddivisione del PIL regionale della Lombardia in settore primario (agricoltura), settore secondario (industria) e settore terziario (servizi).

L’economia della Lombardia è caratterizzata da una grande varietà di settori in cui essa è sviluppata. Si va dai settori tradizionali, come l’agricoltura e l’allevamento, all’industria pesante e leggera, ma anche il terziario ha avuto un forte sviluppo negli ultimi decenni.

L’agricoltura lombarda è stata la base dello sviluppo economico della regione. Per prima è stata investita dal processo di meccanizzazione e ristrutturazione. La meccanizzazione, grazie all’utilizzo di macchinari sempre più complessi, ha portato a un incremento della produzione agricola mentre la ristrutturazione del territorio, attraverso la costruzione e ammodernamento di canali e la bonifica delle zone paludose ha permesso di migliorare la qualità della produzione agricola. Tuttavia la produzione agricola copre solo il 60% del fabbisogno della regione.[87]

L’agricoltura della regione verte principalmente sulla produzione di cereali (maisrisofrumento), ortaggifrutta (pere e meloni) e vino.[88] Molto sviluppata è la produzione di foraggi, usati per l’allevamento di bovini e suini.

In Lombardia, come in altre regioni d’Italia, a cavallo della fine del XIX e inizi del XX secolo ebbe impulso la meccanizzazione dell’attività molitoria.

Si trovano citati i seguenti 38 molini nel catalogo del 1908 della Società Anonima Meccanica Lombarda di Monza.

Scorcio del mulino Meraviglia di San Vittore Olonamulino ad acqua sul fiume Olona.

Un padiglione della Fiera di Milano

L’allevamento è una voce economica rilevante in Lombardia. Nel 2015 si contavano infatti 1.430.000 bovini e bufalini, 103.000 caprini, 55.000 equini, 4.046.000 suini e 113.000 ovini[89]. Nei laghi e nei bacini artificiali lombardi, infine, sono state pescate, nel 2009, 980,3 tonnellate di pesce.[90]

L’industria è dominata da imprese di piccole e medie dimensioni, perlopiù a conduzione familiare, ma anche da grandi aziende. È fiorente in molti settori, particolarmente in quelli meccanicoelettronicometallurgicotessilechimico e petrolchimicofarmaceuticoalimentareeditorialecalzaturiero e del mobile.[91] A Milano e provincia sono concentrate circa il 26% delle imprese dell’industria lombarda[92].

Nel terziario, rilevante è il peso del commercio e della finanza. A Milano hanno sede anche la Borsa Italiana,[93] tra le principali piazze finanziarie europee, e la Fiera di Milano,[94] che a oggi è il più grande spazio espositivo d’Europa. Importanti sono anche le attività bancarie, dei trasporti, della comunicazione e dei servizi alle imprese. Il turismo (delle città d’arte, delle montagne e dei laghi) ha un peso sempre più significativo.[95]

Per quanto riguarda il commercio e la distribuzione di beni di consumo alla popolazione, la Lombardia conta 1.656 supermercati, più di qualunque altra regione italiana, a cui vanno aggiunti 398 grandi magazzini, 164 ipermercati e 613 minimercati[96].

Dati economici[modifica | modifica wikitesto]

PIL e PIL procapite della Lombardia dal 2000 al 2015
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Prodotto Interno lordo
(Milioni di euro)[77]
247.051,8 259.431,0 270.653,3 279.450,4 289.471,2 297.600,4 307.717,7 320.843,8 323.973,3 310.952,0 346.797 354.342 348.665,0 349.008,0 350.025 357.200
PIL ai prezzi di mercato per abitante[82]
(Euro)
27.488,1 28.765,6 29.836,9 30.448,8 31.059,5 31.545,2 32.356,3 33.442,5 33.424,8 31.743,1 35.712,55 36.220,23 35.367,31 35.126,67 35.044,17 35.700
Tasso di disoccupazione della Lombardia dal 2000 al 2018.[97][98]
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
Numero dei disoccupati in percentuale 3,94 3,33 3,34 3,57 4,05 4,09 3,7 3,43 3,73 5,36 5,6 5,77 7,48 8,09 8,19 7,87 7,4 6,4 6,0
Valore aggiunto della Lombardia ai prezzi correnti nel 2013.[77]
Valore aggiunto (dati grezzi) milioni di euro in Lombardia % settore su totale regionale in Lombardia % settore su totale nazionale in Italia
T: totale attività economiche 313.054,11 100,0% 100%
A: agricoltura, silvicoltura e pesca 3.488,27 1,1% 2,3%
BTF: attività estrattiva, attività manifatturiere, fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, costruzioni 83.945,42 26,8% 23,6%
F: costruzioni 14.352,72 4,6% 5,1%
GTU: servizi 225.620,42 72,1% 74,1%

Energia[modifica | modifica wikitesto]

In Lombardia, nel 2015, il consumo di energia elettrica per abitante è ammontato a 6.374 Wh. Nello stesso anno, la produzione lorda di energia ha raggiunto i 41 GWh ogni 10.000 abitanti e il 26% dei consumi di elettricità è stato coperto da energia proveniente da fonti rinnovabili[99]. Gli impianti idroelettrici sono 488, quelli termoelettrici 1056, quelli eolici 7 e quelli fotovoltaici 94.202[100]. La lunghezza delle linee elettriche nella regione nel 2014 è di 3.867,8 km, di cui 2190,8 km a 220 kV e 1.677 km a 380 kV[101].

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Turismo in Lombardia e Lista dei patrimoni dell’umanità in Italia.

La Pinacoteca di Brera a Milano, uno tra i musei più visitati della Lombardia.

Nella più dinamica e trafficata delle regioni italiane non è possibile, sulla base delle cifre, distinguere il turista in senso stretto da quello che viaggia per affari[102]. Nel 2014 si sono registrati 14.091.530 arrivi e 34.293.526 presenze. I non residenti hanno contribuito al 51,8% degli arrivi e al 57,4% delle presenze[103].

Tra le bellezze naturali vanno annoverati al primo posto i laghi prealpini sulle cui sponde ville patrizie, orti, giardini, terrazze e borghi antichi si alternano a fitti nuclei di seconde case[102]. Le località rivierasche sono collegate da rotte di navigazione di linea. Villa d’Este a Cernobbio e altre ville del comasco ospitano personaggi di fama mondiale: magnati della finanza, star del cinema, scrittori, capi di Stato, cantanti e stilisti[104].

Altri importanti flussi turistici interessano le vallate alpine (in particolare la Valtellina)[105] e le numerose città storico-artistiche, ricche di monumenti e di testimonianze del Medioevo e del Rinascimento[106].

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, conservata all’interno della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Statue del Sacro Monte di Varese.

Tra i luoghi maggiormente visitati bisogna ricordare la Pinacoteca di Brera (336.981 visitatori), l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci (330.071), il Museo Archeologico di Sirmione con le Grotte di Catullo (216.612), il Castello Scaligero (202.066)[107] e Villa Carlotta (170.260)[108].

Rilevanti dal punto di vista turistico sono anche i dieci patrimoni mondiali dell’umanità riconosciuti dall’UNESCO presenti in Lombardia, che la portano a essere la regione italiana con il maggiore numero di siti di questo tipo[109][110][111]:

Trasporti, mobilità e telecomunicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Lombardia.

Aeroporto di Milano-Malpensa, secondo scalo in Italia per numero di passeggeri. Prende il nome dalla Cascina Malpensa.

Arrivare in Lombardia è relativamente agevole grazie ai collegamenti nazionali e internazionali di cui gode la regione, centrati principalmente sulla città di Milano.

Aeroporti[modifica | modifica wikitesto]

La Lombardia gode di uno dei migliori sistemi aeroportuali della nazione. Il sistema aeroportuali lombardo si sviluppa principalmente lungo la fascia pedemontana e consta di quattro aeroporti (Milano-MalpensaMilano-Linate,[115] Bergamo-Orio al Serio e Brescia-Montichiari).

L’aeroporto intercontinentale di Malpensa ha un ruolo preminente e gestisce la maggior parte del traffico merci e passeggeri della regione; l’aeroporto di Linate svolge invece il compito di “City airport” del capoluogo, mentre quello di Orio al Serio è la base dei collegamenti low-cost nazionali e internazionali e di diversi corrieri merci[116]. Al contrario l’aeroporto di Montichiari si è specializzato sui voli cargo a lungo raggio, sui voli postali e charter[117], benché disponga, in maniera seppur limitata, anche di voli di linea nazionali e internazionali per passeggeri[118][119].

Troviamo, infine, l’aeroporto di Milano-Bresso, impiegato per voli turistici, diversamente da quello di Brescia-Ghedi, adibito a uso militare e sede del 6º Stormo dell’Aeronautica Militare.

Strade e autostrade[modifica | modifica wikitesto]

Rete autostradale lombarda
(Le lunghezze qui sotto indicate si intendono per la sola tratta lombarda delle autostrade)
Numero Autostrada Lunghezza
(km)
Fonti
Autostrada A1 Italia.svg Milano-Napoli 56
Autostrada A4 Italia.svg Torino-Trieste 155 [120]
Autostrada A7 Italia.svg Milano-Genova 50,3 [121]
Autostrada A8 Italia.svg Milano-Varese 42,6 [122]
Autostrada A8-A26 Italia.svg Diramazione Gallarate-Gattico 14 [123]
Autostrada A9 Italia.svg Lainate-Como-Chiasso 31,5
Autostrada A21 Italia.svg Torino-Piacenza-Brescia 89,7 [124]
Autostrada A21racc Italia.svg Raccordo Autostradale Ospitaletto-Montichiari 29 [125]
Autostrada A22 Italia.svg Autostrada del Brennero 37,6 [126]
Autostrada A35 Italia.svg BreBeMi 62,1 [127]
Autostrada A36 Italia.svg Autostrada Pedemontana Lombarda 21
Autostrada A50 Italia.svg Tangenziale Ovest di Milano 31,5 [128]
Autostrada A51 Italia.svg Tangenziale Est di Milano 30,1 [129]
Autostrada A52 Italia.svg Tangenziale Nord di Milano 12,9 [130]
Autostrada A53 Italia.svg Bereguardo-Pavia 9,1 [131]
Autostrada A54 Italia.svg Tangenziale Ovest di Pavia 8,4 [132]
Autostrada A58 Italia.svg Tangenziale Est Esterna di Milano 32 [133]
Autostrada A59 Italia.svg Tangenziale di Como 3
Autostrada A60 Italia.svg Tangenziale Sud di Varese 4,5 [134]
Italian traffic signs - autostrada.svg Totale 722,3 [135]

L’autostrada A35, nota anche con la sigla BreBeMi, all’altezza dell’uscita di Treviglio, in provincia di Bergamo.

La Lombardia possiede una rete stradale e autostradale ben sviluppata (721 km di autostrade, 9.311 km di strade regionali e provinciali, 951 km di altre strade di interesse nazionale[136] e 4.922 km di strade comunali[136]) e connessa con le principali città italiane (esempio: la A1 collega Milano a BolognaFirenzeRoma e Napoli, la A4 attraversa la Lombardia unendola a TorinoVenezia e Trieste) e con l’Europa attraverso la Svizzera. Dal luglio 2014 la A35 BreBeMi collega la città di Milano a Brescia passando per la bassa bergamasca.

Per il futuro è previsto il completamento della Pedemontana Lombarda[137] che unirà l’A4 (dal casello di Dalmine) a Lecco, Monza, Como e Malpensa.

Inoltre la provincia di Mantova è attraversata dall’A22 Modena-Brennero[138] (percorso europeo E45) che collega la Pianura Padana all’Austria e alla Germania.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della stazione di Milano Centrale.

Un treno TiLo fermo alla stazione di Gallarate, in provincia di Varese.

La rete ferroviaria regionale è abbastanza capillare ed è gestita per la maggior parte da RFI e Ferrovienord, anche se è presente una piccola porzione della rete FER. Il servizio ferroviario regionale lombardo è gestito da Trenord,[139] una società nata il 3 maggio 2011 dalla confluenza della divisione lombarda di Trenitalia (50%) e del Gruppo FNM (50%) (società il cui maggiore azionista è la Regione Lombardia, che controlla il 57,57% delle azioni[140]), per organizzare in modo più efficace il trasporto ferroviario della regione.[141]

Non mancano i numerosi servizi lunga percorrenza (InterCity e InterCity notte) e alta velocità ferroviaria (FrecciarossaFrecciargento e Frecciabianca) gestiti da Trenitalia, e alta velocità Italo gestiti da NTV. Vi sono inoltre numerosi collegamenti di tipo regionale e regionale veloce operati da Trenitalia e T-PER nell’ambito dei contratti con le regioni confinanti. Infine la regione è ben collegata al network alta velocità internazionale grazie ai collegamenti TGV per ParigiThello per NizzaFFS per la Svizzera, sia via Gottardo sia via Sempione e ad alcuni Euronight notturni per l’Austria e la Germania.

La rete ferroviaria lombarda ha come principale stazione di riferimento Milano Centrale (gestita da Grandi Stazioni S.p.A., società il cui 60% delle azioni appartiene a Ferrovie dello Stato[142]); seguono per importanza (e numero di passeggeri) Milano Cadorna (gestita da Ferrovienord[143]), Milano Porta GaribaldiMilano Rogoredo e la Stazione di Brescia (le ultime 3 gestite da Centostazioni). È inclusa nel sistema ferroviario regionale la tratta lombarda della linea Ferrara-Suzzara, a carico delle Ferrovie Emilia-Romagna S.r.l., che termina a Felonica (MN).[144]

La rete ferroviaria regionale è formata da 1.677 km di binari (di cui 793 km elettrificati a binario doppio, 601 km elettrificati a binario semplice e 283 km non elettrificati) e 296 stazioni[145] e permette di raggiungere le maggiori località della regione e le molte città italiane ed europee. Sono presenti in regione ben 3 tratti di ferrovia ad alta velocità: la linea Ferroviaria AV Torino-Milanola linea Milano-Bologna e la linea AV Milano-Brescia; di quest’ultima è in costruzione il prolungamento tra Brescia e Verona. Il passante ferroviario di Milano consente di attraversare la città in treno da nord-ovest a sud-est.[146].

Per i possessori di un abbonamento mensile o annuale a Tariffa Unica Regionale è disponibile un “bonus” rilasciato dalla regione qualora il servizio ferroviario non rispettasse gli standard minimi di affidabilità.[147]

Trasporto pubblico locale[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le principali città della Lombardia hanno un proprio sistema autoferrotranviario; negli ultimi anni sono in atto processi di unificazione e coordinamento a livello regionale.

Dal febbraio 2011 è stato attivato il sistema tariffario integrato “Io Viaggio”[148][149][150], che permette di utilizzare un unico biglietto/abbonamento per muoversi all’interno della Lombardia con i mezzi pubblici urbani ed extraurbani (autobus, tram, metropolitane, alcune funivie, battelli sul lago d’Iseo, treni regionali e altro).

Area milanese[modifica | modifica wikitesto]

La società che gestisce il trasporto pubblico a Milano e nei comuni vicini è l’ATM.[151]

All’interno dell’area metropolitana milanese è presente una rete di trasporti su ferro basata su due pilastri, strettamente interconnessi tra loro:

È in fase di realizzazione la linea M4 della metropolitana di Milano.[153] Inoltre sono attivi i cantieri per il prolungamento della Linea M1.[154]

Area bresciana[modifica | modifica wikitesto]

Stazione della metropolitana di Brescia.

La società che gestisce il trasporto pubblico nella città e nell’Hinterland di Brescia è Brescia Trasporti[155]; la medesima società si occupa anche del trasposto pubblico urbano nel comune di Desenzano del Garda.

È attiva la metropolitana di Brescia, che attraversa la città da sud-est a nord.

Area bergamasca[modifica | modifica wikitesto]

La società che gestisce il trasporto pubblico locale su gomma è l’ATB,[156] mentre quello su ferro, relativo alla metrotranvia Bergamo – Albino, è esercitato da Tramvie Elettriche Bergamasche.[157]

Si segnalano inoltre la caratteristica funicolare di Bergamo Alta che permette di accedere alla Città Alta,[158] la parte della città di Bergamo di maggiore interesse storico, artistico, monumentale, e la funicolare di Bergamo – San Vigilio, che collega la Città Alta al colle di San Vigilio.[158]

Area varesina[modifica | modifica wikitesto]

La società che gestisce il trasporto pubblico locale su gomma è CTPI (Consorzio Trasporti Pubblici Insubria), mentre la funicolare Vellone-Sacro Monte è gestita da AVT.

Area comasca[modifica | modifica wikitesto]

La società che gestisce il trasporto pubblico locale su gomma si chiama ASF. La funicolare Como-Brunate è gestita da ATM.

Metropolitane[modifica | modifica wikitesto]

Motonavi di linea sul lago di Como.

Le città di Milano e Brescia dispongono di una metropolitana. A Milano è presente la più estesa rete di metropolitane in Italia, con ben 4 linee metropolitane (RossaVerdeGialla e Lilla) più una in costruzione (Blu).

Comune Stemma Linee Stazioni Lunghezza (km) Note
Stemma Milano
Stemma
4 113 101 [159]
Stemma Brescia
Stemma
1 17 13,7 [160][161]

Navigazione[modifica | modifica wikitesto]

La regione, pur non avendo sbocchi sul mare, possiede un buon sistema navale che si sviluppa sui grandi laghi, lungo i fiumi e i navigli. In passato le vie sull’acqua erano molto più utilizzate per il trasporti di merci e persone, ma vennero abbandonate (e in alcuni casi coperte o interrate) con l’utilizzo di massa dell’automobile.

Il sistema idroviario più importante della Lombardia si inserisce in quello padano-veneto che permette la navigazione da Casale Monferrato fino a Venezia lungo il fiume Po.[162] In questo sistema idroviario i porti più importanti della Lombardia sono quelli di Cremona[163] e Mantova.[164]

I molti canali e fiumi navigabili vengono in parte usati per il trasporto delle merci, ma sono in fase di realizzazione alcuni progetti per l’utilizzo di questi per scopi turistici.

Per quanto riguarda la navigazione sui laghi, oggi ha funzione prevalentemente turistica e si svolge regolarmente su rotte di linea, anche con servizio di pranzo a bordo. Le rotte di navigazione di linea contano 460 km e vengono frequentate da oltre 10 milioni di viaggiatori annui[165]. Motonavi, traghetti con trasporto auto, aliscafi e antichi piroscafi a ruote sono gestiti dallo Stato tramite la Gestione Governativa che associa i tre laghi principali (GardaMaggiore e Como).

Su quello di Como il servizio è anche di tipo pendolare per i collegamenti con la città, mentre molto importante è il traghetto MadernoTorri del Benaco che collega la costa ovest alla costa est e viceversa del lago di Garda[166]. Servizio di navigazione pubblica viene svolto anche sul Lago d’Iseo (dove è importante anche per il servizio di collegamento con Monte Isola), sul Lago di Lugano (per opera della Svizzera), e nel periodo estivo anche sul Lago d’Idro.[167]

Telecomunicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il 57,7% delle famiglie lombarde ha accesso a internet, e il 91% possiede uno o più cellulari.[senza fonte]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Nell’anno scolastico 2015/2016, i primi dati diffusi dal MIUR relativi alla scuola statale indicano che gli alunni lombardi frequentanti la Scuola dell’infanzia sono 118.475, quelli frequentanti la Scuola Primaria sono 436.420, quelli frequentanti la Scuola Secondaria di I Grado sono 260.254 e quelli frequentanti la Scuola Secondaria di II Grado sono 370.442.[168]

Nel 2013, il 2,4% del PIL regionale è stato utilizzato per la formazione e l’istruzione (-1,2 punti percentuali rispetto all’incidenza di questa spesa sul PIL italiano)[169]. Nel 2014, il 12,9% dei giovani in età 18-24 anni ha abbandonato prematuramente gli studi, senza aver concluso almeno due anni di scuola secondaria di II grado. La percentuale è inferiore di 2,1 punti percentuali rispetto al dato italiano[170].

Università[modifica | modifica wikitesto]

In Lombardia, nel 2015, il 29,4% della popolazione in età 30-34 anni è laureata (4,1 punti percentuali in più rispetto alla percentuale italiana)[171]. Le università presenti in Lombardia sono:

A Milano

Nei capoluoghi provinciali e negli altri comuni lombardi

Sede di economia dell’Università degli Studi di Brescia.

Accademie di Belle Arti[modifica | modifica wikitesto]

Le accademie di belle arti presenti in Lombardia sono:
A Milano

Nei capoluoghi provinciali e negli altri comuni lombardi

Conservatori di Musica e Istituti Superiori di Studi Musicali[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio regionale lombardo sono presenti i seguenti conservatori di musica e istituti superiori di studi musicali:
A Milano

Nei capoluoghi provinciali e negli altri comuni lombardi

Sanità[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Sistema socio-sanitario della Lombardia.

Vista dall’alto dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.

Nel 2014, la spesa sanitaria pubblica in Lombardia è stata di 18.402.000.000 di euro (1.842 euro pro capite)[180]. Nella regione si contano 205 strutture ospedaliere pubbliche e private e 37.263 posti letto dell’attività ospedaliera[181]. Nel 2010 in Lombardia lavoravano 20.578 medici e 51.756 ausiliari[182].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

«Quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace.»
(Alessandro ManzoniI promessi sposi)

Lingue locali[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua lombarda.

Distribuzione geografica dettagliata dei dialetti del lombardo. Legenda: L01 – lombardo occidentale; L02 – lombardo orientale; L03 – lombardo meridionale; L04 – lombardo alpino[183]

In Lombardia è diffuso l’uso della lingua lombarda, in diverse varietà che vivono in diglossia con l’italiano[184]. La lingua lombarda appartiene al gruppo linguistico gallo-italico e viene parlata in gran parte della regione, oltre che nella porzione orientale del Piemonte, nella Svizzera italiana e in parte del Trentino occidentale[185].

Le principali varietà della lingua lombarda sono il lombardo occidentale (parlato nelle province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, Monza e della Brianza, Milano, Lodi e Pavia), il lombardo orientale (nelle province di Bergamo e Brescia, nel Cremasco e nell’alto Mantovano), il lombardo alpino (nel Canton Ticino e nel sud del Cantone dei Grigioni, nel nord Lombardia e Piemonte e in alcune zone del Trentino) e il lombardo meridionale, di transizione con l’emiliano (nelle province di Cremona e Mantova); nella parte meridionale della provincia di Mantova e nel Casalasco (zona sud-est della Provincia di Cremona) si parlano invece dialetti emiliani[186].

Letteratura lombarda[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura lombarda.

Carlo Porta.

I primi testi scritti in lingua lombarda volgare risalgono al XIII secolo. Si tratta principalmente di opere di tipo didascalico-religioso; un esempio è il Sermon Divin di Pietro da Barsegapè, che narra la passione di Cristo. Molto importante è il contributo alla letteratura lombarda di Bonvesin de la Riva, che scrisse, tra le altre opere, il Libro delle Tre Scritture, il De magnalibus urbis Mediolani (“Le meraviglie di Milano”), e un galateo, il De quinquaginta curialitatibus ad mensam (“Cinquanta cortesie da tavola”)[187].

Dal XV secolo il prestigio del toscano letterario incominciò a soppiantare l’uso dei volgari settentrionali che erano stati usati, pur influenzati dal volgare fiorentino, anche in ambito cancelleresco e amministrativo[188]. Nonostante ciò, a partire da questo secolo, cominciarono a esserci le prime avvisaglie di una letteratura lombarda vera e propria, con componimenti letterari in lingua lombarda sia nella parte occidentale della regione sia in quella orientale[189][190].

Il XVII secolo vide affermarsi anche la figura del drammaturgo Carlo Maria Maggi, che creò, tra l’altro, la maschera milanese di Meneghino[191]. Sempre nel XVII secolo nacquero le prime bosinade, poesie popolari d’occasione scritte su fogli volanti e affisse nelle piazze oppure lette (o anche cantate) in pubblico; ebbero un gran successo e una diffusione capillare fino ai primi decenni del XX secolo[192]. La letteratura milanese nel XVIII secolo ebbe un forte sviluppo: emersero alcuni nomi di rilievo, tra cui il celebre poeta Giuseppe Parini, che scrisse alcuni componimenti in lingua lombarda[193][194].

L’inizio del XIX secolo fu dominato dalla figura di Carlo Porta, riconosciuto da molti come il più importante autore della letteratura lombarda, anche inserito tra i più grandi poeti della letteratura nazionale italiana[195]. Con lui si raggiunsero alcune delle più alte vette dell’espressività letteraria in lingua lombarda, che emersero chiaramente in opere come La Ninetta del VerzeeDesgrazzi de Giovannin BongeeLa guerra di pret e Lament del Marchionn de gamb avert[195]. La produzione poetica milanese assunse dimensioni così importanti che nel 1815 lo studioso Francesco Cherubini diede alle stampe un’antologia della letteratura lombarda in quattro volumi, che comprendeva testi scritti dal XVII secolo ai suoi giorni[196].

Arte lombarda[modifica | modifica wikitesto]

Dalla Preistoria all’epoca classica[modifica | modifica wikitesto]

Incisioni rupestri della Val Camonica, in provincia di Brescia: scena di caccia al cervo.

Le prime testimonianze artistiche in Lombardia risalgono al periodo Mesolitico quando, alla conclusione della glaciazione Würmiana, ha inizio il ciclo istoriativo delle incisioni rupestri della Val Camonica, che proseguì e si ampliò successivamente nel Neolitico e nell’Età del rame per concludersi solo in epoca romana e medievale[197]. Il ciclo camuno è considerato una delle più importanti testimonianze della preistoria a livello mondiale[198] ed è per questo inserito nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità.

Sono inoltre stati ritrovati ulteriori reperti della presenza di popolazioni preistoriche sul territorio lombardo, anch’essi inseriti nel patrimonio mondiale dell’umanità con il sito seriale degli “Antichi insediamenti sulle Alpi“, con diverse località che si trovano in Lombardia[199].

Celti hanno lasciato testimonianze sparse per i musei archeologici della regione, mentre la presenza Etrusca è attestata nella zona di Mantova[200]. In seguito alla conquista romana l’evoluzione artistica della regione virò verso gli stilemi dei conquistatori dal periodo tardo repubblicano all’epoca imperiale romana: resti monumentali di quest’epoca storica si possono vedere a Brescia (Brixia) e Milano (Mediolanum).

Dalla tarda antichità all’epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

La Corona Ferrea, custodita nel Duomo di Monza.

Nel periodo tardo antico il territorio lombardo acquisì importanza, con Milano capitale dell’Impero d’Occidente, e di conseguenza aumentò anche la produzione artistica di cui restano testimonianze soprattutto nell’architettura sacra con la costruzione di chiese paleocristiane, in particolare a Milano.

Il successivo periodo altomedievale, coevo e successivo alle invasioni barbariche, sarà di capitale importanza per lo sviluppo dell’arte regionale: gli stilemi dell’arte barbarica introdotti dalle nuove popolazioni portarono infatti un apporto decisivo, fondendosi con modelli tardo antichi (che vengono mantenuti con continuità) nonché grazie a influenze bizantine[201], per la creazione di un’arte propriamente lombarda. All’uscita dal periodo altomedievale si inizierà infatti a parlare di stili artistici propri della Lombardia[N 14] come ad esempio per il Romanico lombardo.

Notevoli esempi dello stile romanico lombardo sono opera dei Maestri comacini, in particolare nelle chiese di Sant’Abbondio e di Santa Maria del Tiglio, nel comasco. L’apporto più importante tra il VI e l’VIII secolo venne dai Longobardi che, colonizzando buona parte dell’Italia, fecero della Lombardia il fulcro del loro regno[202] portando con loro la propria arte, di cui restano sia testimonianze significative (in particolare a Brescia, a Monza e a Castelseprio) sia una sostanziale influenza per gli sviluppi artistici successivi.

Nell’area lombarda il periodo carolingio vede una sostanziale continuità artistica con il precedente periodo longobardo. Alla minore produzione di edifici monumentali propria di questi secoli fanno da contraltare numerosi manufatti minori di grande valore, quali la Croce di Agilulfo, la Croce di Desiderio e l’Evangeliario di Teodolinda. Molti di questi manufatti sono custoditi presso il Museo di Santa Giulia a Brescia.[203] I secoli successivi, come già accennato, furono caratterizzati da stili artistici propri della Lombardia come il Romanico lombardo, il Gotico lombardo, il Rinascimento lombardo e il Seicento lombardo.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, esemplare del 1949 esposto al Museo del Novecento di Milano.

Nel febbraio 1910 i pittori Umberto BoccioniCarlo CarràGiacomo BallaGino Severini e Luigi Russolo firmarono a Milano il Manifesto dei pittori futuristi e nell’aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della pittura futurista[204], che contribuirono, insieme con altri manifesti firmati in altre città italiane, a fondare il movimento artistico del Futurismo. Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del “secondo Futurismo”.

La Lombardia ha dato i natali a un altro importante movimento artistico del XX secolo, il Novecento, che nacque a Milano alla fine del 1922. Venne incominciato da un gruppo di artisti composto da Mario SironiAchille FuniLeonardo DudrevilleAnselmo BucciEmilio MalerbaPietro Marussig e Ubaldo Oppi che, alla Galleria Pesaro di Milano, si unirono nel nuovo movimento battezzato Novecento dal Bucci[205]. Questi artisti, che si sentivano traduttori dello spirito del Novecento, provenivano da esperienze e correnti artistiche differenti, ma legate da un senso comune di “ritorno all’ordine” nell’arte dopo le sperimentazioni avanguardistiche soprattutto del Futurismo: in tale senso questo movimento artistico adottò anche la denominazione di Neoclassicismo semplificato. Il movimento Novecento si manifestò anche in letteratura con Massimo Bontempelli e soprattutto in architettura con i celebri architetti Giovanni MuzioGiò PontiPaolo Mezzanotte e altri.

A Milano, culla di basilari movimenti artistici del XX secolo[206], è stato inaugurato nel 2010 il Museo del Novecento, esposizione permanente di opere d’arte del XX secolo che è ospitata all’interno del Palazzo dell’Arengario e dell’adiacente Palazzo Reale di Milano. Il museo ha assorbito le collezioni del precedente Civico Museo d’Arte Contemporanea (CIMAC) , che era collocato presso il secondo piano di Palazzo Reale e che venne chiuso nel 1998[207]. Presso il Museo del Novecento sono esposti quadri, opere d’arte e sculture di differenti periodi artistici, dal Futurismo alla Metafisica, dal Gruppo Forma 1 alla transavanguardia italiana, ai gruppi di Milano, Roma e Torino e l’arte povera di autori quali Pellizza da VolpedoBoccioniMariniModiglianide ChiricoSironiGarauFontanaMartini.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina lombardaVini della Lombardia e Prodotti agroalimentari tradizionali lombardi.

Una pentola di cassoeula. È una pietanza tipica della tradizione popolare, piatto forte di numerose sagre lombarde, sia invernali sia estive.

La polenta, uno dei piatti tipici della Lombardia.

Per via delle diverse vicende storiche delle sue province e della varietà del suo territorio, la cucina lombarda presenta una tradizione culinaria molto variegata: se per i primi piatti la cucina lombarda spazia da risotti, a zuppe e pasta ripiena, in brodo o meno, a una variegata scelta di secondi piatti di carne si aggiungono piatti di pesce della tradizione dei numerosi laghi e fiumi lombardi[208].

In linea generale, la cucina delle varie provincie lombarde può essere accomunata dai seguenti tratti: prevalenza del riso e della pasta ripiena sulla pasta secca, del burro a posto dell’olio di oliva per la cottura[209], pietanze a cottura prolungata, così come il diffuso utilizzo di carne di maialelatte e derivati, e di preparazioni a base di uova; a cui viene aggiunto il consumo di polenta, comune però a tutto il Nord Italia[210].

I prodotti enogastronomici dell’area lombarda spaziano dai più classici e noti in tutta Italia come la bresaola della Valtellina, il salame Milano, i formaggi Grana Padanogorgonzola e la crescenza, fino ad arrivare ai noti vini tra cui il Franciacorta e i rossi della Valtellina, passando per le decine di prodotti sconosciuti al di fuori dei confini non solo della regione ma dell’area o del comune di produzione. Legate all’antica tradizione contadina lombarda sono la cassoeula (uno stufato di maiale e verze) e la busecca (trippa alla milanese)[211].

Piatto simbolo della Lombardia, nelle sue innumerevoli declinazioni, è il risotto, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo e annoverato fra i simboli della cucina italiana. Da non dimenticare la classica cotoletta alla milanese, le varie versioni della polenta, la selvaggina, i salumi, i brodi e le zuppe, così come il panettone, la mostarda, la colomba pasquale e il torrone. La grande diffusione di molti di questi prodotti li ha resi tipici della cultura enogastronomica italiana oltre che di quella lombarda.

Ogni paese lombardo ha sviluppato, nel corso del tempo, piatti tradizionali, legati soprattutto alla vita contadina e al frutto dei campi. Prodotti tipici e ricette tradizionali vengono oggi riscoperti e valorizzati sia dai singoli paesi sia dai più noti cuochi contemporanei.[211]

Milano
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina milanese.

Le specialità più note della città sono il risotto allo zafferano (che spesso funge da accompagnamento all’ossobuco alla milanese), la cotoletta alla milanese[211] e il salame Milano. Dolce tipici di Milano sono il panettone e la colomba.[211]

Bergamo

Tra i primi piatti bergamaschi ricordiamo i casoncelli, gli scarpinocc e le foiade, pasta simile a lasagnette condite in vari modi. I secondi piatti sono spesso associati alla polenta, di volta in volta accompagnata da altri prodotti come la salsiccia, gli uccelli, il formaggio e le verdure.[211] Ottimi i vini prodotti tra Almenno San Salvatore e Sarnico.[211]

Brescia

La specialità del bresciano sono simili a quelle bergamasche. Tipiche della provincia di Brescia sono la polenta e osei (polenta con uccelli), lo spiedo bresciano, il Manzo all’Olio di Rovato, la Tinca al forno e le minestre, come la zuppa di mariconde, preparate con farina e mollica di pane, la zuppa con i brofadei, cubetti di farina di frumento e granoturco e la minestra con i casoncelli. Per quanto riguarda i vini, sono noti soprattutto gli spumanti della Franciacorta ed i vini della zona del lago di Garda[211] (in primis Lugana e Chiaretto della Valtenesi). Non si può non ricordare, come aperitivo, il pirlo ed il tipico dolce natalizio, il Bossolà.

Como e Lecco
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina comasca.

La gastronomia delle zone lacustri è basata essenzialmente sui pesci d’acqua dolce come gli agoni essiccati (“missoltini“), anche se non mancano piatti di origine montanara preparati utilizzando selvaggina e polenta. Tipica del comasco è la polenta uncia (polenta con formaggio fuso e burro). In queste zone sono prodotti i vini IGT delle Terre Lariane.[211]

Cremona

È la patria del torrone e della mostarda,[211] ma nella sua tradizione gastronomica compare anche della pasta ripiena, i marubini, che possono essere serviti in brodo o asciutti.[211]

Lodi
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina lodigiana.

Nel lodigiano si produce il vino San Colombano.[211] Frittatezupperisotti e insaccati di maiale rappresentano le specialità della gastronomia lodigiana, che è caratterizzata da numerose ricette tipiche che si basano sull’impiego dei formaggi locali e soprattutto del burro.

Mantova
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina mantovana.

A metà strada tra quella lombarda e quella emiliana, la cucina mantovana è famosa per i tortelli di zucca, il risotto alla pilota (con la salamella di maiale) e la torta sbrisolona.[211] Da non dimenticare, per i vini, il Lambrusco Mantovano.

Monza

Simile alla cucina milanese, la cucina monzese-brianzola è legata alla tradizione contadina della Brianza. La luganega (salsiccia monzese) viene utilizzata soprattutto nel risotto alla monzese (risotto allo zafferano con salsiccia e vino rosso), e la torta paesana o torta di latte (al cioccolato con uvette e pinoli).

Pavia

Il piatto più famoso di questa città è la zuppa alla pavese, che è preparata con brodouovacarne e formaggio.[211] Sono molto apprezzate anche le rane, che vengono preparate nel risotto, in umido o fritte.[211] Altri piatti tipici sono lo stufato alla pavese e gli agnolotti pavesi.

Sondrio

È famosa soprattutto per i pizzoccheri, che sono paste simili a grosse tagliatelle di grano saraceno servite con burroaglioformaggio fuso, patate e verdure varie.[211], e per la bresaola della Valtellina. Ricorre con frequenza l’uso della polenta, con la particolare variante della polenta in fiur, una polenta a base di grano saraceno cotta con la panna e insaporita con formaggio magro.[211] Di notevole fattura sono poi i vini rossi coltivati con uva chiavennasca (imparentata col ben più famoso vitigno Nebbiolo).

Varese

In questa zona, grazie alla vicinanza dei laghi, in particolar modo il Lago Maggiore, che è molto pescoso, sono diffusi soprattutto piatti a base di pesce, come il risotto con il pesce persico o con l’anguilla di lago.[211] Un altro piatto tipico sono i bruscitti, a base di carne di manzo, con semi di finocchio e vino rosso, che sono diffusi anche nell’Altomilanese e nel Piemonte orientale (Verbano-Cusio-Ossola).[211]

Tradizioni e folklore[modifica | modifica wikitesto]

Il Carroccio durante la sfilata storica del Palio di Legnano 2015, nella città metropolitana di Milano.

Le feste e gli incontri tradizionali in Lombardia sono molto numerosi: città e paesi propongono infatti calendari ricchi di manifestazioni, alcune delle quali di origine antichissima.[212]

La fiera Oh Bej! Oh Bej!

La fiera degli Oh Bej! Oh Bej! si tiene a Milano il 7 e l’8 dicembre di ogni anno e ricorda la nomina di Sant’Ambrogio a vescovo della città.[212]

Il carnevale ambrosiano

Il carnevale ambrosiano si celebra a Milano, nell’intera arcidiocesi di Milano e nei territori di alcune delle diocesi vicine. Dura fino al primo sabato di quaresima.[212]

Il carnevale di Bagolino

Tipiche maschere del Carnevale di Bagolino, in provincia di Brescia.

Il Carnevale di Bagolino, molto particolare e di antichissima tradizione, si celebra a Bagolino, antico e pittoresco borgo che conserva le caratteristiche architettoniche medievali e che è situato nella Valle del Caffaro, in provincia di Brescia.[213]

La gara delle Bisse

Si celebra a Gargnano, in provincia di Brescia. Durante il carnevale si tiene una gara fra le tradizionali barche del Lago di Garda (le Bisse) alla quale partecipano tutti i paesi che si affacciano sul lago.[212]

Il Palio di Legnano

Si tiene a Legnano, nella città metropolitana di Milano, l’ultima domenica di maggio. Il palio di Legnano è la rievocazione storica con cui si celebra la vittoria del Lega Lombarda sull’imperatore Federico Barbarossa nella battaglia di Legnano (29 maggio 1176).[212] L’evento prevede un corteo storico tra le vie della città e una corsa ippica tra le otto contrade in cui è divisa Legnano che chiude la manifestazione.

La rievocazione storica del giuramento di Pontida

Si tiene a Pontida, in provincia di Bergamo, il 7 marzo e si ricorda il leggendario giuramento della Lega Lombarda che avrebbe dovuto essere il preludio della vittoriosa guerra dei comuni lombardi contro il Barbarossa.[212]

La tenzone di Pandino

Si celebra a Pandino, in provincia di Cremona, l’ultima domenica di agosto. È una gara in costume che prevede il tiro del giavellotto da cavallo, il combattimento con la mazza ferrata e un corteo storico.[212]

Il «vecchio»

Si celebra a Germignaga, in provincia di Varese, il 31 dicembre. La festa consiste nel bruciare un mucchio di stracci e legna per simboleggiare la morte dell’anno appena passato.[212]

La festa della Giubiana

Si tiene l’ultimo giovedì di gennaio; è una festa tradizionale molto popolare in Brianza, nell’Altomilanese, nel Varesotto e nel Comasco. Vengono accesi dei grandi falò nelle piazze e viene bruciata la Giubiana, un grande fantoccio di paglia vestito di stracci. Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui ci si trova, mantenendo sempre uno stretto legame con le tradizioni popolari del luogo.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni XXIII.
Paolo VI.

Chiesa cattolica[modifica | modifica wikitesto]

La nel corso dei secoli le diocesi lombarde hanno dato i natali a 10 papiGiovanni XIVAlessandro IIUrbano IIICelestino IVPio IVGregorio XIVInnocenzo XIPio XIGiovanni XXIII e Paolo VI.

Le diocesi sono organizzate in un’unica regione ecclesiastica Lombarda.

Le sue parrocchie sono 3.065 e la superficie è di 22.898 km². Le diocesi sono dieci:

La zona di Voghera dipende dalla diocesi di Tortona (Regione ecclesiastica Liguria). Parte del comune di Menconico (Pavia) dipende dalla diocesi di Piacenza-Bobbio (Regione ecclesiastica Emilia-Romagna), la zona di Robbio (Pavia) dipende dall’arcidiocesi di Vercelli (Regione ecclesiastica Piemonte), la parrocchia di Gravellona Lomellina (Pavia) dipende dalla diocesi di Novara (Regione ecclesiastica Piemonte). I comuni del basso Lago di Garda fanno parte della diocesi di Verona (Regione ecclesiastica Triveneto).[214]

In Lombardia sono due i riti liturgici principali: il rito ambrosiano (utilizzato nell’arcidiocesi meneghina, ma usato anche in alcune parrocchie di altre diocesi) e il rito romano.[215] La diocesi milanese, comprendente all’incirca metà dei fedeli della regione, è la sede metropolitana, mentre le altre sono di essa suffraganee.

Altre confessioni[modifica | modifica wikitesto]

In Lombardia sono presenti molte chiese evangeliche metodiste e valdesipentecostalibattisteluterane, dei fratelli di Gesù, dell’Esercito della Salvezza, oltre che confessioni cristiane protestanti italiane e chiese cosiddette “etniche” formate recentemente da immigrati.

Per quanto concerne le confessioni d’Oriente, vi sono comunità ortodosse di varia provenienza e lingue. Sono infine da segnalare alcune comunità ebraiche (la comunità ebraica di Milano è seconda in Italia per dimensioni dopo quella di Roma), islamichebuddhisteinduiste. Sono presenti anche i Testimoni di Geova, i Mormoni e Scientology. Ad arricchire il panorama religioso e non religioso, vi sono anche agnostici e atei.

Editoria[modifica | modifica wikitesto]

La storica sede del Corriere della Sera in via Solferino a Milano

Il primo numero della Gazzetta dello Sport, uscito a Milano venerdì 3 aprile 1896.

In Lombardia, nel 2009, sono stati venduti 945.471 quotidiani (96 copie ogni mille abitanti).[216] Di seguito un elenco dei principali quotidiani e giornali pubblicati nella Regione Lombardia.

Case editrici[modifica | modifica wikitesto]

Antica sede della casa editrice G. Ricordi & C. nell’edificio adiacente al Teatro alla Scala di Milano, che si intravede sulla destra

La Regione Lombardia vanta sul proprio territorio la presenza di diverse case editrici nelle seguenti città e province:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Sport in Lombardia e Derby calcistici in Lombardia.

Lo stadio Giuseppe Meazza di Milano, che ospita le partite casalinghe dell’Inter e del Milan.

La Lombardia è una regione molto attiva dal punto di vista sportivo. Alla numerosa e capillare presenza di impianti sportivi sul suo territorio, si accompagna anche la rilevanza a livello nazionale e internazionale delle sue società sportive.

Grande lustro allo sport italiano è stato (e viene ancora) dato da alcune delle squadre più titolate al mondo nel calcio e nella pallacanestro (InterMilan[268]Olimpia MilanoPallacanestro VaresePallacanestro Cantù).

Il rettilineo finale dell’autodromo nazionale di Monza

Importantissimo il contributo della Lombardia in altri sport come il ciclismo (la regione ha ospitato i campionati del mondo di ciclismo su strada 2008 a Varese), il Campionato mondiale di Formula 1 (il Gran Premio d’Italia, che si disputa all’autodromo nazionale di Monza dal 1950, eccetto il 1980, quando si è corso a Imola), il rugby, l’hockey su ghiaccio, la pallavolo e la pallanuoto, seppur con alterne fortune. Inoltre in Lombardia viene anche disputato il Torneo di Milano di tennis. Anche la ginnastica artistica è molto praticata, soprattutto dagli ultimi anni (in Lombardia è presente una palestra federale, che ha partecipato alle Olimpiadi). Nel 2007 la regione ha ospitato i campionati mondiali di handbike a Parabiago (MI).

Diffuso e praticato è lo sci alpino nelle sue numerose e importanti stazioni sciistiche quali BormioLivignoMadesimoPonte di LegnoApricaFoppoloColereSelvinoChiesa ValmalencoSanta Caterina Valfurva, ecc. Ogni anno a Bormio si tiene abitualmente la discesa libera sulla pista Stelvio valida come prova di Coppa del Mondo di Sci alpino.

Da punto di vista ciclistico vi si tiene annualmente il Giro di Lombardia e il Trittico Lombardo e vengono ospitate spesso tappe del Giro d’Italia che tradizionalmente (salvo eccezioni) si chiude con una passerella milanese.

Grattacieli della Lombardia[modifica | modifica wikitesto]

Torre Diamante e altri grattacieli del Progetto Porta Nuova a Milano.

La Lombardia è storicamente la regione italiana che più si è sviluppata in verticale e può vantare alcuni primati. Il primo grattacielo d’Italia, il Torrione INA, è stato inaugurato a Brescia nel 1932 e all’epoca della sua costruzione era il grattacielo in cemento armato più alto d’Europa[269][270]. Nel 1960 fu completato a Milano il Grattacielo Pirelli, divenuto ben presto uno dei simboli dell’architettura italiana del XX secolo e detentore per 35 anni del primato di grattacielo più alto d’Italia.

Grattacielo Altezza Città
Torre Unicredit 231 metri Milano
Torre Isozaki 209 metri Milano
Torre Generali 192 metri Milano
Torre Pwc 175 metri Milano
Palazzo Lombardia 161 metri Milano
Torre Solaria 143 metri Milano
Torre Diamante 140 metri Milano
Grattacielo Pirelli 127 metri Milano
Torre Breda 117 metri Milano
Bosco Verticale Torre E 112 metri Milano
Crystal Palace 110 metri Brescia
Torre Galfa 109 metri Milano
Torre Velasca 106 metri Milano
Torre Hines – Cesar Pelli B 105 metri Milano
Torre Garibaldi A 100 metri Milano
Torre Garibaldi B 100 metri Milano
Torre Unicredit B 100 metri Milano
Torre Aria 100 metri Milano
CAP Tower 82 metri Brescia
Skyline 18 80 metri Brescia

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Punta Perrucchetti è una spalla del Pizzo Bernina, che raggiunge i 4051 m ma la cui vetta principale è interamente in territorio elvetico. La più alta montagna lombarda in senso vero e proprio può quindi essere considerata il Pizzo Zupò (3996 m) nel medesimo gruppo montuoso.
  2. ^ Salta a:a b c d Condiviso con il Piemonte.
  3. ^ Salta a:a b Considerando l’intero asse fluviale Sarca/Mincio, condiviso con Trentino-Alto Adige e Veneto.
  4. ^ Condiviso con l’Emilia-Romagna.
  5. ^ Condiviso con la Svizzera.
  6. ^ Considerando l’intero bacino fluviale Sarca/Mincio.
  7. ^ Condiviso con il Trentino-Alto Adige.
  8. ^ Portata misurata a Rho.
  9. ^ Uniche limitate eccezioni sono la Val di Lei e la Val di Livigno, che appartengono ai bacini del Reno la prima e del Danubio la seconda.
  10. ^ Parchi del comprensorio: Parco nazionale delle incisioni rupestri di Naquane (Capo di Ponte); Parco archeologico comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte); Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte); Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (Capo di Ponte, CetoCimbergo e Paspardo); Parco Comunale di Luine di Darfo-Boario Terme (Darfo Boario Terme); Parco archeologico di Asinino-Anvòia (Ossimo); Parco comunale di Sellero (Sellero); Parco Pluritematico “Coren de le Fate” (Sonico).
  11. ^ Patrimonio composto da sette diverse località, condiviso tra Friuli-Venezia Giulia (Cividale del Friuli), Lombardia (Brescia e Castelseprio), Umbria (Spoleto e Campello sul Clitunno), Campania (Benevento) e Puglia (Monte Sant’Angelo)
  12. ^ Patrimonio composto da 111 diversi siti, sparsi lungo tutto l’arco alpino negli stati di Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera; per quanto riguarda l’Italia i siti si trovano nelle regioni Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneto. Insediamenti lombardi del comprensorio: Lavagnone (Desenzano del Garda); San Sivino, Gabbiano (Manerba del Garda); San Sivino, Gabbiano (Manerba del Garda); Lucone(Polpenazze del Garda); Lugana Vecchia (Sirmione); Lagazzi del Vho (Piadena); Bande – Corte Carpani (Cavriana); Castellaro Lagusello (Monzambano); Isolino Virginia-Camilla-Isola di San Biagio (Biandronno); Bodio centrale o delle Monete (Bodio Lomnago); Il Sabbione o settentrionale (Cadrezzate).
  13. ^ Patrimonio composto da 6 diversi siti localizzati in Croazia, Italia e Montenegro; per quanto riguarda l’Italia i siti si trovano nelle regioni Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto
  14. ^ Bisogna comunque sottolineare come in origine il toponimo “Langobardia” indicasse un territorio decisamente più ampio dell’attuale regione: alla fine del periodo longobardo la Langobardia Maior era costituita da gran parte dell’Italia del Nord, escluse la Romagna, Venezia, il Trentino e parte del Piemonte occidentale. Ancora nell’XI secolo il territorio in cui si sviluppò il Romanico Lombardo era costituito dall’attuale Lombardia, dall’Emilia e da porzioni del Veneto e del Piemonte.

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Legge 16 maggio 1970, n. 281
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    «Lombard (Lumbard, ISO 639-9 lmo) is a cluster of essentially homogeneous varieties (Tamburelli 2014: 9) belonging to the Gallo-Italic group. It is spoken in the Italian region of Lombardy, in the Novara province of Piedmont, and in Switzerland. Mutual intelligibility between speakers of Lombard and monolingual Italian speakers has been reported as very low (Tamburelli 2014). Although some Lombard varieties, Milanese in particular, enjoy a rather long and prestigious literary tradition, Lombard is now mostly used in informal domains. According to Ethnologue, Piedmontese and Lombard are spoken by between 1,600,000 and 2,000,000 speakers and around 3,500,000 speakers respectively. These are very high figures for languages that have never been recognised officially nor systematically taught in school».
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]